Calvarese: "Arbitraggi lontani dal calcio: imprudenza o imperizia non sono cose da Serie A. Serve conoscenza"
Gianpaolo Calvarese prende posizione su Tuttosport dopo i calci di rigore fischiati nell'ultima giornata di rigore contro Luperto in Juventus-Cagliari ma anche, nella stessa partita, il rosso a Conceicao per simulazione o il rigore negato a Baldanzi in Monza-Roma. "Se anche persone competenti, calciatori e cronisti pensano che l’arbitraggio moderno si stia allontanando dal mondo del calcio allora dovremmo preoccuparci. E io, personalmente, sono d’accordo con loro".
"Nella mia vita - continua - ho avuto la fortuna di avere grandi maestri: Collina, Rizzoli, Rosetti (finalisti di Mondiali ed Europei) e non ho mai sentito parlare a Coverciano di “imprudenza” o di “imperizia”, se non nei quiz! Queste sono standardizzazioni che possono andar bene per un livello arbitrale che non è quello della Serie A. Nei massimi campionati c’è bisogno di sensibilità e conoscenza calcistica. Non è un caso quindi se, spesso, gli addetti ai lavori rinnovano l’idea di inserire i calciatori, cioè quelli che effettivamente possono cogliere le dinamiche di gioco e le reali intenzioni di un calciatore quando compie un fallo, dinamiche che oggi sembrano sfuggire agli arbitri".