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Capello: "Le mie parole su Zaniolo fraintese, volevo solo consigliare Esposito"

di Mattia Zangari

A quattro giorni dall'uscita infelice su Nicolò Zaniolo, Fabio Capello corregge il tiro e spiega che le sue parole sono state fraintese quando ha consigliato a Sebastiano Esposito di non imboccare la strada intrapresa dalla mezzala romanista: "Non hanno capito quello che ho detto su Zaniolo - esordisce l'ex ct della Russia a Sky Sport -. Sono felice che Nicolò abbia segnato, mi dispiace solo che l'abbia fatto al Milan. Non era un giudizio, era un suggerimento a Esposito di non sbagliare come successo a Zaniolo e Kean quando Di Biagio li mandò in tribuna con l'Under 21 per dargli un segnale perché avevano sbagliato'. Ho voluto parlare a Esposito - continua Capello - un giocatore giovane, di diciassette anni, che gioca in Champions con l'Inter e che ha intorno persone che possono caricarlo di responsabilità. Quando ti adulano in questo modo può succedere di perdere un po' la testa. Per questo ho fatto l'esempio di Zaniolo e Kean in Nazionale. Di Biagio li mandò in tribuna con l'Under 21 perché avevano sbagliato e voleva mandar loro un segnale, come a dire: 'Se vi comportate così la vostra strada sarà più ardua e più difficile. Quindi cercate di riprendervi'. Il mio non era un giudizio, ma un semplice suggerimento a un giocatore di non sbagliare anche lui. Mancini poi non li convocò e tutti applaudimmo la scelta del ct, perché era giusto dare un segnale forte".

Capello conclude il suo concetto: "Io mi sono sentito di dare questo consiglio a un giovane calciatore come Esposito, come padre, anzi nonno e come allenatore, di non commettere questi errori. E allora è successo il finimondo perché tutti pensavano che gli volessi consigliare di non andare a Roma. Fra l'altro Zaniolo lo reputo il più grande talento che c'è in questo momento in Italia: ha qualità, forza, tecnica e visione di gioco. Ce l'hanno in pochissimi. Quando arriva ai 20 metri può essere letale nel calciare in porta". 


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