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Carù, il professore che curò Kanu: "Temeva di non poter più giocare. Moratti capì subito la serietà del problema"

di Redazione FcInterNews.it

Tuttosport dedica oggi una pagina intera a Nwankwo Kanu e alla sua parabola calcistica bruscamente interrotta da problemi cardiaci riscontrati solo al suo arrivo in Italia. "Un’anomalia grave, un’insufficienza valvolare aortica, assolutamente incompatibile con la sua attività di calciatore", ricorda Bruno Carù, direttore scientifico del centro medicina sport al policlinico di Monza, la persona che diagnosticò la patologia.

"Bastava un semplice elettrocardiogramma per capire che c’ era qualcosa che non andava. Se ne sarebbe accorto anche uno studente del quarto anno di medicina - dice Carù -. Per fortuna non c’era il pericolo di una situazione di morte improvvisa ma se avesse continuato a giocare sarebbe andato incontro a una insufficienza cardiaca. Il presidente (Moratti, ndr) capì subito la serietà del problema e mi chiese di informarmi sulle migliori strutture esistenti al mondo per curare questi problemi. Gli dissi la Cleveland Clinic, in Ohio, in America. Andammo io, Kanu e il vice-presidente Gianmaria Visconti di Modrone. Fecero davvero un’opera d’arte, la riparazione della valvola. Kanu aveva paura di non poter tornare più a giocare, mi chiedeva di poterlo aiutare, di poter tornare a fare il calciatore. Mi colpì la sua fragilità in quel momento".


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