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Casarin: "Fra qualche anno la tecnologia prenderà il posto dell'arbitro. Cristante-Mudryk..."

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Corriere dello Sport

"Ho 200 partite in A e 150 in B, ai miei tempi l’alternanza, l’avanti e indietro, su e giù, rientrava nel percorso di crescita. Oggi i cosiddetti esperti dirigono solo in serie A. Dico: vai indietro a rifarti. L’arbitro è presuntuoso, dopo qualche gara di campionato pensa di essere il più bravo del mondo e allora va punito e riportato a terra. Io certe cose le ho vissute, provate, pagate anche. Mi sono formato sotto Campanati, affiancato da D’Agostini, e in seguito con Ferrari Aggradi, alta scuola, capace - lui, sì - di fare crescere gli arbitri". Lo dice Paolo Casarin, intervistato dal Corriere dello Sport. 

Ho letto il tuo intervento sul mancato rigore all’Ucraina e la spiegazione del metro di giudizio di Gil Manzano non mi ha convinto: mi è sembrata l’affermazione della soggettività. Per la serie: ognuno arbitra secondo il proprio stile.  
"In Spagna sono portati a non concedere i rigorini. Manzano, che a pelle mi sta anche sui coglioni, di rigori ne dà pochissimi". 
 
Rigorino quello? 
"Anch’io l’ho visto alla tv. Sulle prime ho pensato fosse netto, poi ho notato che Mudryk accentua la caduta, quel volo non può essere frutto del tocco di Cristante. Gil Manzano, dal campo, ha avuto una percezione più precisa dell’intensità. Per me il rigore dev’essere risarcimento, non regalo. L’arbitro non deve regalare, è una cosa che ho cercato di trasferire ai miei colleghi quando facevo il designatore. Il difensore con un fallo ha impedito all’avversario di segnare? Rigore. Il fatto è che non siamo ancora usciti dalla pandemia dei rigorini, ci vorrà molto tempo per aggiustare le cose. Concetto Lo Bello aveva una media di 0,25 rigori a partita. Bisogna tornare a un calcio forte nel quale l’accentuazione di certe cadute, per non dire la simulazione, va bandita. Dal campo l’arbitro capace sa valutare l’intera dinamica di un intervento falloso. Le regole restano due: integrità e fuorigioco. Oggi in una partita la media dei fuorigioco è di 4, ai tempi di Sacchi e Zeman si arrivava a venti". 

Cosa intendi dire? 
"Il calcio è uno sport da punteggio basso. Nel 2017, secondo uno studio elaborato dall’Uefa, la media dei gol di un campionato top era di 2,6 a partita. Questa tendenza a voler aumentare il numero delle reti nel nome dello spettacolo produce effetti fallimentari. Assolutamente peggiorativi sono i continui cambiamenti regolamentari e protocollari. Ma vogliamo parlare del benedetto fallo di mano in area?". 
 
Parliamone. 
"Da quando hanno abolito la volontarietà si moltiplicano le decisioni assurde. Porto un esempio elementare: il braccio colpito involontariamente dal pallone fa un movimento a rientrare. Se invece l’intenzione è quella di intervenire, la traiettoria del pallone è in avanti. Oggi il difensore è costretto ad assumere posture innaturali". 
 
Tutta colpa della tecnologia. 
"Una persona importantissima mi ha spiegato che tra qualche anno prenderà il posto dell’arbitro, una figura destinata a sparire. Io quel giorno non voglio esserci". 


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