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Casarin: "Svolta epocale per tutta l'umanità. Porte chiuse? È la gente il vero padrone del calcio"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Corriere dello Sport

Intervistato dal Corriere dello Sport, l'ex arbitro Paolo Casarin ha parlato della ripartenza del calcio e degli aspetti regolamentari con particolare riferimento alle novità possibile e al Var.
 
Quali priorità dovrà avere il calcio quando si ripartirà? 
"Il calcio è un gioco. E ci giochiamo tutti, da chi lo gioca a chi guarda a chi ne parla Il suo segreto è la creazione come sfogo per la libertà. Il gioco è un modo di affermare: io sono libero". 
 
Che ne pensa della proposta di Claudio Ranieri e dei cinque cambi a partita. 
"È una proposta giusta. I cinque cambi abbasserebbero il numero degli infortunati. E’ un’idea di buonsenso, ma di difficile applicazione. Non credo l’IFAB sia pronta ad accoglierla". 
 
L’IFAB, l’International Football Association Board, dal 1886 è l’organismo che ha il potere di cambiare il regolamento. Come si sta muovendo adesso? 
"Spesso si è mossa con innovazioni logiche, ma negli ultimi tempi ciò non è avvenuto". 
 
Faccia un esempio. 
"Quando tu togli l’involontarietà - per esempio del fallo di mano - hai tolto una parte fondamentale del gioco. Non si può punire sempre il fallo di mano, a prescindere. Non si può costringere un difensore a corre con le mani dietro la schiena. Non è naturale, non è più gioco". 
 
Il VAR deve essere ridimensionato? 
"Non ne capisco il motivo. L’arbitro non può più dire: vedo quello che vedo. Il gol è sacrosanto, lo vogliamo capire? Non si possono più fare errori clamorosi, bisogna cercare di ridurli il più possibile". 
 
Sulla questione del fuorigioco c’è parecchia confusione. 
"Il fuorigioco merita attenzione, oggi è una semitecnologia. La partenza del lancio del pallone viene valutata un maniera approssimativa, poi però quando giunge al giocatore c’è un’esasperata attenzione sui centimetri. Mi sembra che su una regola fondamentale come quella del fuorigioco di oggi, che annulla tanti gol, si stia andando in direzione opposta rispetto alla volontà della FIFA". 
 
Per il completamento eventuale del campionato in estate si giocherà a porte chiuse. 
"Siamo di fronte ad una svolta epocale per tutta l’umanità. Io credo che chi ha in mano il calcio si debba fare alcune domande. Quella fondamentale è: che calcio vogliamo per l’estate e per il futuro? Una partita a porte chiuse è vero calcio? Personalmente credo di no. Giocando a porte chiuse non si rischia di perdere l’amore della gente? Non abbiamo pensato che ci abitueremo a un prodotto diverso, solo televisivo, insomma un altro calcio che forse non piacerà più come prima? Qualcuno ha chiesto alla gente se è giusto giocare senza spettatori? E’ la gente il vero padrone del calcio. Siamo noi tutti. Riflettiamoci tutti bene prima di fare certe scelte. Chiediamoci: a cosa stiamo dando origine?". 

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