Caso Vieri, Cipriani: "L'Inter mi chiedeva di pedinare"
Fonte: Apcom
"La richiesta di controllare Bobo Vieri proveniva dall'Inter e l'attività fu gestita da Giuliano Tavaroli": lo ha ribadito oggi l'investigatore privato Emanuele Cipriani, sentito come testimone per circa tre ore davanti al giudice delle decima sezione civile di Milano, Sara Silvestro, nella causa avviata dall'ex bomber per chiedere un risarcimento di 12 milioni a Telecom e 9 milioni e 250mila al club nerazzurro per essere stato spiato dalla security di Tlc, allora guidata da Tavaroli. L'investigatore privato ha confermato quanto è già agli atti dell'inchiesta penale sui dossier illegali: nel 2000 ricevette "materialmente" l'incarico da Tavaroli di monitorare Vieri e altri calciatori, su richiesta della F.C. Internazionale Spa "a cui sono intestate due fatture".
Secondo quanto ribadito da Cipriani nella causa civile "il cliente era l'Inter e tutto veniva riferito al presidente Moratti e all'allora amministratore delegato Rinaldo Ghelfi". Tra le molte precisazioni chieste a Cipriani dagli avvocati civilisti, anche quella se vi siano state o meno intercettazioni abusive. "In questa e altre pratiche - e' stata la risposta - non ho mai trattato intercettazioni telefoniche e tabulati. Ci sono stati pedinamenti, verifiche di polizia, all'anagrafe tributaria, di conti correnti, ma mai intercettazioni". La prossima udienza si terrà il prossimo 26 ottobre. Non si sa ancora la data in cui Marco Tronchetti Provera, attuale presidente di Pirelli ed ex presidente di Telecom, citato da Vieri come testimone, verrà in aula."Sono soddisfatto per le dichiarazioni di Cipriani", ha detto l'ex attaccante uscendo dalla stanza del giudice, accompagnato dal suo legale, l'avvocato Danilo Buongiorno.