Cassano: "Inzaghi ha una Ferrari in mano ma se deve inventare fatica. Castro è fortissimo"
Antonio Cassano concorda con Lele Adani a proposito dell'ottima prova del Bologna di San Siro di mercoledì: "Ho visto un grande Bologna, con un allenatore che, con tutto il rispetto dei giocatori, l'ha fatto giocare da primo della classe, da grande squadra. I primi venti minuti li hanno giocati solo loro, col possesso palla veloce e l'uno-contro-uno. L'Inter gira la partita con un gran gol di Lautaro Martinez e lì pensavo fosse indirizzata, ma la ripresa inizia col Bologna che continua a giocare. Per me nell'arco di 2-3 anni Santiago Castro diventerà forte davvero: mi piace, è cattivo e sa proteggere la palla. Se lo metti con gente che lo fa migliorare diventerà tanta roba".
Lunga poi l'analisi sull'Inter: "Simone Inzaghi ha una Ferrari in mano, che può vincere 38 partite su 38, ma fa solo 3-5-2. Se i giocatori stanno bene vince, ma se si deve inventare qualcosa fa fatica. Se trovi un tecnico più bravo di te come Vincenzo Italiano ti mette in difficoltà. Mercoledì era isterico in panchina, poi parla di squadra corta e infortuni; ma hai 25 giocatori, una seconda squadra che può vincere il campionato. Ma pareggi col Bologna e col Venezia vinci in modo tirato, oggi sei a meno tre e devi vincere a Firenze dove non sarà semplice; non deve portarsi dietro Atalanta e Napoli a marzo perché se no diventa un problema grande. Perché poi qualcosa devi lasciare, che sia campionato o Champions o entrambe se sbagli qualcosa. Mi aspettavo un'Inter con 5-6 punti in più, non so se è solo demerito dell'allenatore perché i giocatori devono fare qualcosa di più. Però i giocatori non sono stimolati a fare qualcosa di diverso; Fabio Capello ha ragione quando dice che dopo 4-5 anni i giocatori mi capiscono e quindi o vado via io o cambio 10 giocatori. Un tecnico abitudinario dà poco, e l'Inter, che di gran lunga è la più forte e vincerà lo Scudetto, ha qualcosa che non funziona. Serve attenzione nello specifico, stimolando i giocatori o inventando qualcosa di diverso, perché qualcosa può succedere. Davide Frattesi si dice che deve rimanere, ma se continua a giocare Nicolò Barella o Henrikh Mkhitaryan e non Piotr Zielinski, può chiedersi perché deve rimanere e fare panchina".
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