.

Cattelan: "Io interista, nato nel giorno dello scudetto '80. La Juve rivale più acerrima, mi ha tolto un sogno"

di Redazione FcInterNews.it

Intervistato dalla rivista Undici, Alessandro Cattelan, conduttore della trasmissione 'X-Factor', ha parlato ampiamente del suo tifo per l'Inter: "Sono tifoso da sempre. Prima di giocare davvero. Un tifo ereditato: mio padre e mia madre entrambi tifosi dell’Inter, ma meno di me. Sono nato il giorno che l’Inter ha vinto lo scudetto. Il decimo, quello della stella, era il 1980. E, al di là dell’eredità di mio padre e di mia madre, penso che caratterialmente non riuscirei mai a essere juventino. Anzi, è fuori discussione. Non capisco come facciano anche loro. Milanista forse, ma mi sembrano troppo elitari. E quindi l’Inter è la mia squadra in senso stretto. Mi sento identitariamente interista. Anche l’andamento, il fatto che mai una gioia fino in fondo, come se ci sia sempre qualcosa che guasta la festa. Mi ci rivedo molto".

Ma cosa è l'Inter per Cattelan? "Qualcosa che speravo di gestire meglio nella mia vita. Pensavo sarebbe passata fuori dalla top ten delle cose. Invece anche adesso che ho i figli, un pensiero ai bambini e poi all’Inter. È una cosa che mi impegna più di quanto dovrebbe, a livello emotivo, caratteriale, personale. Cioé se stasera l’Inter perde io vado a casa incazzato. E poi l’Inter è una cosa che tengo molto per me. Non sono un tifoso da sfottò. Non sopporto neanche gli interisti che prendono in giro gli altri o che replicano. Non sono uno da chiacchiera da bar, mi piace un po’ l’autoironia, quindi mi divertono quei siti come bausciacafe che scherzano anche sull’essere interisti, spesso in maniera amara". Qual è la rivalità che lo accende di più? "Con la Juve. Perché la Juve mi ha proprio tolto un sogno, lo scudetto ’98. Quello scudetto lì era il mio. E me l’ha tolto non solo per il rigore di Ronaldo, ma per una serie di cose successe durante tutto l’anno. È la più grande delusione da tifoso: più del 5 maggio, più di tutto".


Altre notizie