Chivu: "La semifinale scudetto Primavera la gioia più grande in carriera, mi è scappata qualche lacrima"
Comincia con il racconto dell'emozione più bella vissuta nella sua giovane carriera di allenatore l'intervista rilasciata da Cristian Chivu a Inter.it: "Il 3-3 col Cagliari, con la rimonta negli ultimi 10', è la gioia più bella che ho vissuto nel mondo del calcio, e di imprese ne ho fatte...Non avevo mai provato una cosa simile, dopo la gara mi è scappata anche qualche lacrima".
Lo scudetto vinto con l'Under 19.
"Tutto merito dei ragazzi con cui ho lavorato assieme tre anni. Sono un padre, un amico e un allenatore che cerca di trasmettere qualcosa di più del calcio. Non sgrido, non urlo. Cerco di migliorare, infatti ho fatto un patto coi ragazzi: ogni volta che esagero, pago le pizze. Ho un bel rapporto con loro, mi aspetto anche i loro 'vaffa' dal campo perché vuol dire che il risultato è stato raggiunto. E' successo solo una volta, ma non faccio nomi. Dopo quell'episodio abbiamo fatto 17 partite senza perdere vincendo lo scudetto".
La vigilia della semifinale di Champions del 2010.
"C'era tanta tensione nello spogliatoio. Quel Barcellona è stata la migliore squadra di calcio di sempre, per gli interpreti e per quel che proponeva. L'ho vissuta serenamente perché avevo già superato l'operazione alla testa, riscaldarmi davanti a 90mila persone che fischiavano era una situazione da prendere col sorriso. Mourinho mi ha detto entri al posto di Pandev, ti devi preoccupare di Dani Alves e farai il quinto. Poi Thiago Motta viene espulso, quindi faccio il mediano con Cambiasso. Non so quanti palloni ho toccato, forse dieci, ma non è un problema, Ci metto dentro anche la punizione verso il cerchio di centrocampo. E' una bella soddisfazione perché lì si è visto lo spirito di gruppo, ognuno ha messo la squadra davanti al proprio ego".
Il ritorno in campo dopo l'infortunio alla testa.
"Sarei dovuto rimanere fuori per più tempo, però sono sempre andato avanti nonostante le difficoltà che avevo nel colpire la palla di testa. Il gol con l'Atalanta? Lo cercavo da un po', ero al terzo anno di Inter e non avevo ancora segnato. E' venuto in un momento particolare perché ero appena rientrato in campo, fu una gioia indescrivibile. Fu speciale perché condivisi la gioia con compagni e tifosi. Alcuni compagni mi dissero che lo meritavamo più di tutti quel gol per quello che avevo passato. L'accoglienza che mi fecero i tifosi contro il Livorno mi diede tanta autostima e fiducia, sentivo che erano contenti di rivedermi in campo dopo quel brutto incidente".