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Cipollini: "Inter, la corsa UCL è come una crono"

di Redazione FcInterNews.it
Fonte: Tuttosport

Il ciclista Mario Cipollini analizza ai microfoni di Tuttosport il momento dell’Inter, squadra per cui fa il tifo:

Roberto Mancini ha paragonato la rincorsa Champions dell’Inter a una lunga volata in cui non bisogna mai forare, tenere il gruppo unito e poi sprintare. Concorda? 

«Guardando la classifica, mi sembra più una crono da 80 chilometri in cui bisogna dare tutto fino allo sfinimento per recuperare tempo sugli avversari». 

Su chi prendere la scia? 

«Non è così facile dirlo perché ci sono almeno 2/3 squadre ancora lontane. Poi, in questo momento, non è ancora ben chiaro su chi fare la corsa perché ogni domenica cambiano gli equilibri: certo, bisogna stare lì aspettando che arrivi un bello strappo da prendere a tutta». 

Se Mancini fosse un ciclista sarebbe... 

«Un tipo alla Bettini, un corridore in grado di vincere tutto, eclettico, intelligente. Un campione da Mondiale, Olimpiadi e grandi classiche. Mancini è un allenatore che ha la capacità di saper mettere in difficoltà l’avversario esaltandone le debolezze e questa è una virtù che hanno soltanto i grandi strateghi». 

Come le sembra la squadra? 

«Credo che Roberto debba ancora dare un po’ di ordine al tutto. Qualcosa è già stato fatto ma l’organico va ancora completato. Quello del calcio è un mondo dove fa risultati soltanto chi fa grandi investimenti e adesso Mancini non mi sembra che abbia quello che vorrebbe per lottare con i migliori». 

Che effetto fa al tifoso Cipollini l’Inter in mano a Erick Thohir, un proprietario indonesiano? 

«Questo la dice lunga sulle possibilità di investire che ci sono nel nostro paese. L’economia è al tracollo e le nostre eccellenze soffrono: Nibali, per esempio, è dovuto andare a una squadra kazaka mentre nel calcio, in Champions, soffriamo». 

C’è qualche giocatore dell’Inter che stuzzica le sue fantasie? 

«Mi spiace per chi c’è ora, ma io resto sempre affezionato al mio amico Ronaldo (il 24 maggio 1998 Cipollini salì sul podio del Giro con la maglietta del Fenomeno per festeggiare una volata vittoriosa a Lecce e... venne multato, ndr). E’ un po’ come nel ciclismo: Contador è bravo, ma Indurain era un’altra cosa, ovvero un fuoriclasse».


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