Claudio Trotta: "San Siro è un pezzo di storia della musica. No alla demolizione"
Fonte: Tuttosport
Meazza da abbattere? Tuttosport ha intervistato Claudio Trotta, fondatore e anima di Barley Arts, che ricorda anche il legame particolare tra lo stadio milanese e Bruce Springsteen.
Trotta, la Soprintendenza ha definito il Meazza un’icona dello sport, si può dire altrettanto per il rock?
"La storia del pop e del rock in Italia non sarebbe stata la stessa senza questo stadio che dal 1980 ha ospitato 130 concerti, 29 di Vasco Rossi, 12 di Ligabue, 7 di Springsteen con circa sei milioni e mezzo di persone che hanno partecipato a questi eventi. È evidente che dal primo primo concerto, quando Bob Marley ha intonato “No, woman, no cry” sotto la luna piena, San Siro è un pezzo di storia della musica in questo Paese. Lo stadio ha una struttura ottimale per il calcio e i concerti ma ha pure innumerevoli criticità a cui credo si possa mettere rimedio con una ristrutturazione, strada evitata dall’inizio dalle due squadre. Però, a mio parere, il tema centrale della questione non credo sia salvare a tutti costi San Siro dalla demolizione, piuttosto capire meglio, se dovesse passare quella logica, che personalmente non credo sia quella giusta, se il Comune di Milano e le squadre vogliano continuare a concepire San Siro come struttura per lo spettacolo o se debba diventare soltanto la casa delle due squadre, il che sarebbe atipico per una struttura pubblica che ha anche un ruolo sociale. Nelle 43 pagine del progetto e dai due rendering mostrati da Inter e Milan mi sembra prevalere un aspetto squisitamente commerciale, il che dovrebbe essere oggetto di riflessione anche perché con 12.500 posti premium è difficile che i biglietti non salgano di prezzo. Per quanto riguarda i concerti, non vedo grandi accorgimenti per far sì che il prato sia utilizzato in altro modo rispetto al giocare a calcio: il fatto che questo venga interrato rappresenta poi un grande problema per il deflusso degli spettatori e quindi per la capienza. Inoltre non capisco perché non si sia immaginato di fare uno stadio coperto per far sì che venga utilizzato 365 giorni all’anno anche per altri eventi. Infine mi sembra discutibile il fatto che le squadre abbiano dato per assodato che l’impatto acustico con la zona sarebbe meno rilevante: essendo il nuovo impianto molto più vicino alle case di via Tesio, non riesco a capire come siano meno toccate dal problema".
C’è chi teme che San Siro, senza Inter e Milan, possa diventare un guscio vuoto. È d’accordo su questa tesi?
"Pensare di tenere in vita lo stadio anche senza calcio sarebbe assolutamente sostenibile economicamente. Una città come Milano si meriterebbe una struttura anche solo per il mondo dell’entertainment, sempre che non si stipulino accordi in esclusiva con nessuno. In una struttura simile si potrebbero ospitare il Cirque du Soleil, show motoristici e grandi family show".