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Colonnese: "Miglioramenti con Mancini. Juve-Inter '98? Dirigenti e giocatori bianconeri giustificavano l'arbitro"

di Giuseppe Granieri

Francesco Colonnese, all'Inter dal 1997 al 2000, protagonista/vincitore della Coppa Uefa del 1998, ha militato anche nella Roma, nella Lazio e nel Napoli. Opinionista, quest'anno, della trasmissione Rai, 90º minuto, Ciccio rilascia una lunga intervista a Francesco Misciagna, direttore del blog "Quelli che l'Inter".

26 aprile 1998, Torino, si gioca Juventus-Inter. Partita che vale lo scudetto di quella stagione, giacché le due squadre sono divise da un solo punto. L'Inter arriva forte di una bella rincorsa, la Juve resiste con un punto davanti. Lei, Colonnese, è uno dei protagonisti di quell'incontro poi divenuto famoso per una delle più evidenti ingiustizie del calcio nazionale. Attore principale di questo storico atto, il signor Piero Ceccarini professione arbitro. Ci racconti quella giornata.
"Oltre a tutto quello che le telecamere hanno ampiamente trasmesso e la carta stampata largamente descritto, c'è stata una forte e massiccia ribellione negli spogliatoi da parte di dirigenti e giocatori contro l'arbitro e anche nei confronti degli juventini che continuavano, in maniera assurda, a giustificare l'operato del direttore di gara".


Infuriato come non mai anche il pacato Gigi Simoni…. Quel “Si vergogni”, indirizzato all'arbitro, diventato poi la sintesi di una colossale ingiustizia subita...
"Si, si... persino una persona pacata e perbene come lui, perse le staffe. Anche perché quell'anno è stato un susseguirsi di episodi strani sempre a nostro sfavore che aveva portato tutti noi all'esasperazione. Episodi come Empoli, Udinese, Roma... dove la Juve aveva vinto grazie ad errori arbitrali".

Con lei in quella squadra, forse il giocatore più pittoresco della storia nerazzurra: West. Ci racconti...
"Taribo era il mio compagno di difesa. Di fatto ero il suo tutor. Mi impegnavo nel facilitare e favorire il suo ambientamento calcistico e caratteriale. Ricordo che ogni giorno veniva al campo d'allenamento con un look diverso: in tunica, con capelli colorati, a volte in ciabatte. Nonostante tutto era un ragazzo di grande umanità che faceva gruppo. Come giocatore era fisicamente devastante anche se tatticamente indisciplinato.

E poi Ronaldo, l'originale, tra i primissimi giocatore di sempre.
"Giocatore fantastico, si faceva voler bene da tutti. Si allenava in maniera differente dal resto del gruppo perché doveva e voleva preservare le sue maggiori qualità per la domenica. Anche nelle partitelle di allenamento dava il massimo, fortemente desideroso di vincerle".

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