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Condò: "Inter, non era solo colpa di Mazzarri. Da Mancini segnale a Thohir? Poteva giocare in nove!"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

"A volte basta osservare la classifica in controluce per coglierne gli aspetti nascosti". Lo dice Paolo Condò oggi sulla Gazzetta dello Sport, analizzando la situazione in casa nerazzurra. "Che la crisi dell’Inter attuale sia un portato del dopo-triplete, quando i contratti degli eroi di Mourinho sull’onda dell’entusiasmo vennero prolungati oltre ogni logica, è un fatto assodato: colpisce però che tre dei tecnici ingaggiati per gestire il ridimensionamento - anche se in tempo reale non veniva certo chiamato così - e in seguito cacciati con sottintese patenti di incompetenza, oggi navighino in classifica sopra all’Inter. Passi per Benitez, che al Napoli governa un organico da Champions League; ma il Genoa di Gasperini è un gustoso pranzo messo assieme con gli avanzi dei tavoli nobili, e pure l’Udinese di Stramaccioni - al quale va chiesto un calcio più propositivo rispetto a San Siro, perché lo sa fare - mantiene un punto di margine. Detto che guidare un grande club è un lavoro diverso, e la storia è piena di allenatori protagonisti in provincia ma dispersi nelle capitali, è inevitabile che il pensiero corra alle richieste di mercato di Benitez o alle innovazioni tattiche di Gasperini o alle formazioni incidentate di Strama. Forse non erano solo alibi. Mazzarri ha disperatamente cercato di farsi capire senza conoscere la lingua del calcio metropolitano, Mancini ha deciso di non perdere tempo schierando a Roma un undici così imbottito di mediani da rasentare il codice civile; per essere più chiaro con Thohir avrebbe potuto giocare in nove, ma forse l’arbitro non glielo ha concesso". 

 

 


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