Paolo Condò analizza su
La Repubblica la caduta dell'
Inter nel
derby di Milano. "La seconda sconfitta dell’Inter ha una matrice facilmente leggibile come la prima - scrive -. Se il ko in casa della
Lazio fu dovuto all’ingenuità, quello nel derby è figlio della presunzione: i nerazzurri pensavano che la partita, ormai controllata, fosse anche finita, dimenticando che il Milan possiede armi che oltrepassano il discorso tecnico. Sono i classici peccati che, pagati una volta, dovrebbero garantire una lunga immunità. Con la prima sconfitta è andata così, visto che la seconda è giunta dopo quasi quattro mesi, e nel frattempo l’Inter si è unanimemente guadagnata lo status di squadra migliore del torneo. Questa è più delicata, però, perché introduce una settimana di spareggi: domani con la
Roma in
Coppa Italia, sabato in casa del
Napoli risalito a un punto, mercoledì 16 col
Liverpool. I frutti malsani del derby risiedono nell’inquietudine che Inzaghi dovrà governare attraversando questo campo minato, perché anche se da tempo sappiamo che il calendario asimmetrico ha disegnato per l’Inter un inverno di salite e una lunga discesa primaverile, l’effetto psicologico del riavvicinamento non va trascurato. Sarebbe importante per tutti — chi scappa e chi insegue — togliere al più presto dalla classifica gli asterischi delle partite da recuperare, e che in entrambi i casi equivalgono alla scritta sullo specchietto esterno delle macchine americane: attenzione, gli oggetti potrebbero essere più vicini (o lontani) di quanto sembra".