Paolo Condò, nella sua analisi per
La Repubblica, non risparmia una tiratina d'orecchi ai grandi club. "Si può dire che
Donnarumma sia stato l'unico predestinato riconosciuto fin da quando era in fasce, gli altri hanno dovuto percorrere numerose vie traverse - e questo li ha certamente fortificati - prima di godersi in molti casi una rivincita. Non c'è vivaio di grande club esente da questa
Spoon River, perché il Milan non ha capito cosa fosse
Locatelli, l'
Inter ha sacrificato subito
Bonucci (oltre a
Zaniolo) e la
Juve non ha mai dato una chance a
Immobile: quando gli errori di valutazione si verificano ovunque vuol dire che è sbagliato il sistema, è sbagliata la cultura che ha fatto della Serie A il cimitero degli elefanti d'Europa, e che adesso i ragazzi rifiutati o non abbastanza aspettati hanno reso il campionato dei campioni d'Europa. Che se poi la strategia di cercare all'estero il vecchio campione avesse prodotto nel tempo marce trionfali, o almeno decenti, dei nostri club nelle coppe, si potrebbe discutere in serenità se il gioco valga la candela: ma sono tre anni che in Champions arriviamo al massimo ai quarti di finale, e dunque c'è poco da discutere".
Tra gli interrogativi per il futuro, la presenza o meno di
Chiellini. "L'usura fisica è purtroppo evidente sia nella Juve che in Nazionale, e da settembre Mancini dovrà dare grande spazio a
Bastoni per aggiungere spessore al suo talento cristallino".
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