Covid-19, il rugby non assegna il titolo. Malagò: "Credo che si arriverà a questo anche in altri sport"
Fonte: TMW
"La Federazione Rugby ha convocato il Consiglio Federale, conosco le dinamiche e ricordo che l'organizzazione dei campionati compete alle Federazioni. È una scelta che può essere condivisa o meno, ma non hanno voluto nemmeno voluto aspettare una data comune anche se sappiamo che gli interessi sono molto diversi. Le Federazioni hanno oneri e onori". Intervenuto ai microfoni di Radio24, Giovanni Malagò, presidente del Coni, commenta con queste parole la decisione del Consiglio Federale del rugby che ha decretato la sospensione definitiva della stagione 2019-2020, stabilendo anche la mancata assegnazione dei titoli di Campione d'Italia previsti dai regolamenti e, al tempo stesso, di tutti i processi di promozione e retrocessione.
"In questa battaglia non conosciamo il nemico, potremo anche averlo in casa - ha poi aggiunto Malagò -. In Italia ci gestiamo autonomamente tutto in base alle indicazioni del Governo, mentre fuori dai confini c'è un problema: nella giornata di oggi il presidente del CIO Bach ha fatto un report analitico da quando è iniziata l'emergenza fino alla decisione di rinviare i Giochi Olimpici, con la nuova data dovrebbe essere annunciata tra tre settimane. Tutte le decisioni saranno subordinate a quelle della comunità scientifica: solo loro potranno dire quando ripartire. Se non arriverà il loro via libera non bisogna illudere nessuno. Uno scenario in cui le Federazioni si muovono insieme? Non sono contrario a quanto fatto dalla Federazione rugby, ma non condivido le tempistiche perché l'ordinanza scade il 3 aprile e proprio ieri Spadafora ha detto che in precedenza era stato troppo ottimista sulla ripresa del campionato il 3 maggio. Secondo me si arriverà a quanto detto dal rugby in molti sport, non so se in tutti. Ogni sport è un caso specifico".
Al numero uno del Coni viene poi chiesto se sia praticabile utilizzare l'estate utile per completare la stagione calcistica: "Non lo so, dipende anche dalla UEFA e dalla FIFA. Io faccio parte del CIO e Bach in questi giorni è stato un gigante sottolineando che da adesso in poi tutti quanti devono fare sacrifici e accettare dei compromessi: È una cosa che bisogna capire: se tutti pensano al proprio orticello non c'è soluzione. Un sacrificio da arte dei calciatori? Penso che ci si arriverà, magari in queste ore i vertici dell'Aic stanno definendo l'accordo. Tagliare del 30% lo stipendio a un giocatore che guadagna 10 milioni di euro è una cosa, farlo a uno che gioca in Serie B o in Lega Pro è diverso. Chi ha più possibilità, in generale, deve provare ad aiutare chi ne ha meno".
Il campionato sarà ancora meno competitivo? Malagò non pensa che la Serie A possa perdere valore, spiegando che "in questa fase puoi chiedere qualcosa di diverso, come riaprire alle dinamiche del betting. Poi puoi chiedere sgravi fiscali, ritenute d'acconto sulla valorizzazione dei vivai e facilitazioni per la costruzione degli stadi. Se prima eravamo meno competitivi rispetto a certi club oggi possiamo livellarci: è chiaro che dobbiamo essere pronti a ripartire e non commettere gli errori del passato".