Covid-19, Mancini: "E' tutto terribile, il calcio va in secondo piano"
Ospite di "Un giorno da pecora" su RadioUno, Roberto Mancini, ct della Nazionale italiana, racconta la sua quotidianità a tre giorni dalla decisione ufficiale della Uefa di posticipare l'Europeo al 2021: "Era un momento in cui ci stavamo preparando, studiavamo gli avversari, ora continuo a vedere delle cose per lavoro ma leggo anche un po', faccio un'ora di corsa sul tapis roulant o sulla cyclette", dice il tecnico jesino, aspettando che tutto torni alla normalità.
"Mi fa molto effetto vedere quello che sta accadendo, le persone che vengono a mancare ai propri cari, spero si risolva al più presto, è tutto terribile - racconta il Mancio -. Il calcio viene in secondo piano, dispiace che non si possa giocare ma oggi la cosa più importante è risolvere questa situazione. Una volta risolta, può ricominciare tutto".
Mancini non si sbilancia su quella che può essere la data giusta per ripartire, di sicuro "prima di riprendere a giocare, i calciatori avranno bisogno di un tempo di allenamento. Penso che un paio di settimane, dieci giorni possano bastare per rimettersi un po' in condizione anche perché poi le partite saranno ravvicinate".
In questi giorni tiene banco la possibilità che le società chiedano a calciatori e allenatori di ridursi gli ingaggi per far fronte alle conseguenze economiche legate allo stop imposto dall'emergenza Covid-19. "Il calcio si è fermato ma, a meno che non si possa ricominciare per i prossimi sei mesi e allora il discorso sarebbe diverso, i giocatori, anziché fermarsi a metà maggio, smetteranno a luglio. I mesi che non hanno giocato li recupereranno dopo".