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Covid-19, Sala: "Mi prendo le mie responsabilità. Stiamo cercando di capire come si potrà riaprire"

di Redazione FcInterNews.it

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è intervenuto ai microfoni di Sky TG 24 rispondendo alle critiche ricevute nelle ultime settimane per una gestione un po’ incerta dell’emergenza Coronavirus, soprattutto nei primi giorni del contagio: “Mi prendo le mie responsabilità e la mia risposta è una sola: continuare a lavorare e cercare di fare del mio meglio - ha esordito -. È qualcosa su cui anche la scienza non ha mai dato un conforto assoluto. Non voglio dirlo a titolo di scusante, ma certamente anche noi sindaci abbiamo a volte camminato un po’ sulle uova. Il mio giudizio è che è così anche per la cittadinanza. Poi a volte è facile criticare, a volte mi prendo anche tanti insulti, è nel mio ruolo e bisogna saperlo accettare, quello che faccio semmai è capire qual è l’umore della cittadinanza, e qui torno a questo percorso: c’è stata una fase in cui l’umore della cittadinanza, e secondo me sarebbe sbagliato negarlo, era di non comprensione della gravità della cosa, di tutti noi”.

Poi un appello ai milanesi: “Ai miei cittadini chiedo di ragionare in maniera discontinua, di immaginare che questo periodo sarà tutto diverso e a loro prometto di essere qui tutti i giorni per cercare di far comunque funzionare la città e prometto un’altra cosa e cioè che stiamo lavorando per cercare di capire come si potrà riaprire. Al mio Paese, all’Italia, chiedo di affrontare questa crisi, è difficile dire come un’opportunità, a me non viene ancora, ma come l’occasione per cambiare pelle”.

Sulla riapertura delle scuole: “Oggi noi non abbiamo nessuna previsione di riapertura delle scuole, quindi, siccome supponiamo che per un certo tempo le lezioni saranno ancora online, abbiamo messo in campo questa iniziativa, abbiamo chiesto ai presidi di fare una verifica con le famiglie dei loro ragazzi, per capire chi non ha un computer. Stiamo chiedendo a produttori e distributori di computer di regalarceli, in maniera tale che possiamo passarli alle famiglie. La didattica a distanza? C’è una buona disponibilità di banda, i luoghi dove non c’è banda sono oggettivamente pochi. Il punto è che con questa crisi credo sia necessario chiedere ai grandi operatori di telecomunicazioni di aiutare anche loro quella fascia di popolazione che è più in difficoltà e che fa fatica anche a pagare questo tipo di servizio”.


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