Cucci su Calciopoli: "Inter-Juve, scontro per secoli"
Intervistato da TMW, Italo Cucci, noto opinionista per Rai Sport, ha detto la sua sul tema Calciopoli. Problema per cui ancora non si è arrivati ad una conclusione, e che ha acceso maggiormente le polemiche tra Juventus ed Inter:
Calciopoli sembra non aver mai fine con le continue intercettazioni che a distanza di anni vengono fuori e aprono nuovi scenari. Si saprà mai la verità?
"Credo che la verità si potrà anche sapere, ma la partita fra le parti in causa, che sono la Juventus e l'Inter, andrà avanti nei secoli dei secoli perché così vuole il calcio; infatti si potrebbero rappresentare storie antiche di questo genere che fanno leva su una rivalità importante e tuttavia anche fruttifera dal punto di vista della passione. La verità come ingiusta nel paese di Pirandello non ha una faccia sola, ma ne ha diverse: una l'ha pagata la Juventus, magari ci si aspetta che qualche altra verità la paghi qualcun altro".
Se e quando la parola fine verrà scritta, almeno dal punto di vista giudiziario, chi risulterà danneggiato potrà essere risarcito?
"Intanto dal punto di vista giudiziario di sentenze non ne aspettiamo una sola, ve ne potranno essere più di una secondo quello che è la norma di legge italiana processuale. Ci sarà tempo per arrivare a sapere cosa è successo all'Inter. In Italia la navigazione processuale porta raramente alla scoperta della verità, tuttavia io credo che sul piano dei danni che uno può aver ricevuto si possano iniziare dei procedimenti civili, se saranno accettati, la dove però esistano argomenti concreti per poterli affrontare. Penso che alla fine non si andrà molto avanti su questo piano, perché la vicenda sportiva ha già avuto le sue sentenze e non esiste un altro tipo di legge che può cancellare le sentenze sportive, almeno fino a quando il calcio rimarrà una struttura autonoma così come è stato per cent'anni".
Che senso avrà far pagare gli eventuali colpevoli a distanza di molti anni?
"Secondo me si sta perdendo di vista quella che è stata la regola per quasi un secolo. La giustizia sportiva è stata spesso lodata perché riesce ad arrivare alle conclusioni in tempi rapidi e anche a tutela del patrimonio del campionato di calcio, che è la cosa che più conta nel mondo del pallone. Se si dovesse decidere qualcosa che riguarda il campionato sulla base delle sentenze della giustizia ordinaria avremmo smesso di giocare almeno ottant'anni fa. Invece si va avanti. Quello che deve contare per il mondo del calcio è la giustizia sportiva punto e basta. Se c'è mai la possibilità attraverso una riforma, che il tempo a questo punto consiglia, di affrontare il ridimensionamento o la riscrittura della responsabilità oggettiva, che è l'altra norma fondamentale che ha consentito al calcio di sopravvivere a mille disavventure, bisognerà attuarla. Tutto il resto è perdita di tempo e soprattutto mi sento di dire, come buon testimone di mezzo secolo di storia del calcio italiano, che non ci sono stati particolari intralci in altri tempi come quelli verificatisi in questa occasione. Intralci dovuti soprattutto alla demenziale consegna all'Inter dello scudetto di cartone e, se non ci fosse stata quella baggianata, io credo che molte cose si sarebbero ridimensionate. Ma c'è stata e credo che andremo avanti a parlarne fino a quando qualcuno, dotato di buon senso, e in questo caso mi sono rivolto a suo tempo a Moratti, decida di dire che di quello scudetto non se ne fa niente e al tempo stesso la Juve può anche continuare a vantarsi, come ha fatto nell'occasione dell'inaugurazione del suo stadio, dei suoi ventinove scudetti e sarà, al massimo, oggetto di discussione da parte dei tifosi avversari".
Federico Tatti