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Dario Morello: "Mi voleva il Milan, poi con l'Inter realizzai il sogno dello Scudetto"

di Christian Liotta

Dieci presenze nell'Inter dei record della stagione 1988-89, poi una carriera di buon livello con tappe a Reggio Emilia, Bologna e Genova, sponda rossoblu. Dario Morello, raggiunto dal sito Indiscreto.info, si racconta in una lunga intervista dove rivela un aneddoto legato al suo passaggio in nerazzurro: "In corsa per avermi c’era anche il Milan, e il presidente dell'Uri Milano Ferrari è uno sfegatato tifoso milanista, ma mi ha ceduto all’Inter in virtù dei rapporti sportivi che c’erano tra le due società. Non potevo chiedere di più da giovane calciatore e tifoso dell’Inter, vestire la maglia nerazzurra”.

A proposito della cavalcata tricolore dei nerazzurri di Giovanni Trapattoni, aggiunge: "Fu un’annata piena di cose belle ovviamente ma anche di ombre, perché mi fratturai il perone e restai fuori squadra per 4 mesi. Gli episodi positivi sono molti di più: il primo gol in serie A contro la Cremonese, l’esordio da titolare in Coppa Uefa in Svezia al posto di Ramon Diaz. Il Trap aveva preferito me per dare fastidio con la mia corsa alla difesa svedese e lo ripagai segnando il gol vittoria a un quarto d’ora dalla fine. E la più bella, vincere lo scudetto e festeggiarlo a San Siro dopo il successo 2-1 sul Napoli. Da tifoso che andava allo stadio allo scudetto sulla maglia, il sogno di una vita che si realizza. Con chi andavo d'acordo? Senza essere retorico, c’erano tante persone meravigliose, da Malgioglio a Baresi, Matteoli, Ferri, Matthäus, Brehme, per dirne alcune. Alessandro Bianchi è stato il mio testimone di nozze e con lui mi sento regolarmente, però quello con cui andavo più d’accordo era Alberto Rivolta, altro giovane in quella formazione di campionissimi che purtroppo è scomparso poco tempo fa". 

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