De Siervo non chiude ai playoff: "Tutto passa dalla vendita di 380 partite in 9 mesi"
"La riforma dei campionati? Ci muoviamo sul solco delle linee stabilite dalla Figc. La pandemia ha obbligato tutti a rivedere il proprio status riconsiderando i punti fermi e in questa logica la Serie A non potrà chiamarsi fuori: non c’è una posizione contraria a prescindere, anzi". Lo ha detto, parlando a Radio Sportiva, l’ad della Lega di Serie A Luigi De Siervo. "Dobbiamo rifarci al concetto di sostenibilità: il calcio d’elite ha bisogno di risorse. Vendiamo intrattenimento e l’obiettivo è avere un campionato più interessante possibile", ha aggiunto. Prima di esprimere il suo punto di vista sui diritti tv: "I grandi network devono continuare a partecipare alle aste per fornire i soldi che servono ai club. Valutiamo anche l’ipotesi di realizzare una piattaforma di contenuti per avere un canale proprio laddove l’asta dei diritti non fosse ritenuta sufficiente per sostenere e sviluppare il sistema".
De Siervo, in seguito, non ha chiuso totalmente le porte ai playoff: "Sarà l’assemblea a esprimersi in caso di proposte, ma per mantenere gli investimenti dobbiamo fornire un contenuto che dura un certo numero di mesi e di partite. Trovando un equilibrio nei calendari, perché i calciatori non sono robot, si può affrontare la discussione, ma playoff non può voler dire ridurre il numero delle partite, significherebbe intrattenere per meno prime serate i nostri abbonati e con meno partite è difficile avere più soldi. La serie A è attenta al dibattito istituzionale ma tutto passa dalla vendita di 380 partite in 9 mesi. La Serie A negli ultimi 10 anni ha messo a fuoco l’urgenza di dover correre e crescere per tornare ai fasti di un tempo: in passato si è perso del tempo ma ormai gli obiettivi sono chiari e siamo all’interno di un percorso che vedrà protagonista la serie A di uno sviluppo anche a livello internazionale".
Sulla gestione del movimento ai tempi del Covid-19, De Siervo chiosa: "I nostri club sono favorevoli a quasi tutte le richieste, tranne a quella delle bolle in luoghi unici. Lavoriamo per l’individuazione di un laboratorio unico per i tamponi ma non è semplice perché serve una struttura che sia in grado di fare questo servizio rispettando i canoni che ci sono imposti".
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