Derby e non solo: parla Colombo, ex medico dell'Inter
Fonte: Gazzetta dello Sport
"Sono stato medico dell’Inter dal 1978 al 1995, insomma durante le presidenze di Fraizzoli e Pellegrini, anche se con diversi gradi di responsabilità perché a un certo punto, con Trapattoni allenatore, in panchina ci andava Pasquale Bergamo mentre io curavo la parte cardiologica e altri aspetti. Ma, insomma, posso ben dire di aver vissuto una lunga e appagante esperienza. Ancora oggi lavoro per la Federcalcio e non sono più quel giovincello che 37 anni fa affiancò nel club l’ortopedico Benazzi... due sbarbati...". Parla così il professor Luigi Colombo, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in vista del derby. Tanti gli aneddoti interessanti riferiti dall'ex medico nerazzurro. "Penso anzitutto a quella volta in cui Beppe Baresi, alla vigilia del derby era stato colto da un febbrone da cavallo. Era considerato preziosissimo, però non stava in piedi... Alla fine volle scendere in campo e nonostante avessimo tenuto il più stretto riserbo sulle sue precarie condizioni, notammo che gli venne messo addosso Buriani, cioè il milanista più tignoso e atleticamente forte. Una mossa non prevedibile nata probabilmente da una soffiata o da una spiata ai nostri avversari... Qui giova aggiungere che nonostante fossi in ottimi rapporti con il dottor Monti, mio omologo milanista, nella settimana della stracittadina evitavamo qualsiasi contatto: muti come pesci. E avere contro “Ginko” Monti era dura... Ancora oggi lo reputo il miglior medico sportivo italiano e gli sono anche grato perché lui fu il primo assunto a tempo pieno da un club di calcio. Il secondo? Luigi Colombo...".
E ancora: "Mi volle Ivanoe Fraizzoli che con sua moglie Renata, tuttora mia paziente-amica, viveva il derby come una scossa elettrica. Tanto che gli prescrivevo regolarmente il famoso Ansiolin: tranquillanti. Era un tipo all’antica, Fraizzoli. Pensi che quando acquistò Spillo Altobelli subordinò tale operazione al fatto che il ragazzo sposasse la sua fidanzata-convivente. Cosa che avvenne anche quando si trattò di cedere il club a Pellegrini: pretese che ufficializzasse la sua unione di fatto con l’Ivana. In tribuna a quei tempi il più frizzante era Peppino Prisco. L’avvocato al fischio finale preparava le battute che avrebbe poi detto alla stampa: simpaticissimo furbacchione. Fra i tecnici il rapporto più stretto l’ho avuto con Eugenio Bersellini, vincitore dello scudetto 1979-80. Ho ancora nelle orecchie le sue urla a Beccalossi: “Corri, corri!!!!”. Eh, l’Evaristo ci ha fatto vedere soltanto il cinquanta per cento delle sue qualità, peccato. Fra i giocatori sono stato attratto dalla perspicacia di Sandro Mazzola oltre che dalla sua classe purissima. Lui e Rivera sono stati davvero delle bandiere, ci tenevano da matti a superarsi nella stracittadina, però erano sempre cavallereschi i loro duelli. Penso che Sandro possa fare comodo anche oggi a Thohir, il suo attaccamento all’Inter è viscerale e la sua competenza non ha eguali. Certo che senza i Moratti e i Berlusconi l’anima meneghina del derby andrà a ramengo... Formidabili resteranno perciò gli anni della Milano da bere: che fortuna averli vissuti dal di dentro".