Di Francesco: "Cinque cambi? Una novità che andrebbe riproposta anche in futuro"
Anche in Serie A, fino al termine della stagione, ogni allenatore potrà effettuare cinque cambi a partita, interrompendo il gioco al massimo tre volte. Una rivoluzione che Eusebio Di Francesco, tecnico disoccupato, commenta così alla Gazzetta dello Sport: "Gli allenatori potranno fare valutazioni diverse rispetto al passato. Le faccio un paio di esempi: ogni tanto avrà sentito un tecnico dopo la partita dire 'se avessi potuto ne avrei cambiati nove'. Ecco, nove no, ma cinque adesso si possono cambiare. Oppure succede che alla vigilia hai il dubbio se schierare un giocatore che non sta benissimo e magari non lo fai perché temi di bruciarti una sostituzione: adesso puoi anche prenderti un rischio. Secondo me questa novità dei cinque cambi andrebbe riproposta pure in futuro, è una buona soluzione anche perché consente di tenere tutti i giocatori partecipi e concentrati. Non mi piace che venga introdotta a due terzi della stagione, ma ovviamente ne comprendo le motivazioni legate alla necessità di ridurre il rischio di infortuni che deriva dal calendario intasato e dal caldo estivo".
Relativamente ai cambi da diluire in settimana o nell'arco dei novanta minuti, Difra ha le idee chiare: "Io sono per il turnover, anche perché il titolare ha un dispendio di energie psicofisiche nettamente superiore rispetto a chi entra dopo. Pensi al riscaldamento pre-partita, alla concentrazione che deve essere massima già molto prima del fischio d’inizio. Cominci a bruciare qualcosa già la mattina dell’incontro. Magari la gestione nelle piccole squadre sarà più complicata perché non c’è l’abitudine al turnover. Ma in generale credo che vedremo più rotazioni rispetto alla parte precedente del campionato. La peculiarità dei ruoli guiderà le scelte: i centrali difensivi, ad esempio, hanno un consumo energetico minore di esterni e mezzali. Alla fine emergeranno le qualità tecniche e quindi i valori delle grandi squadre e dei grandi giocatori".