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Di Marzio: "L'Inter, il Genoa, Vargas. Che retroscena!"

di Fabrizio Romano
Fonte: Gianluca di Marzio per TMW

L'ultima firma è stata messa all'Università di Santiago, venerdì scorso alle 13.30, tutti di corsa in macchina dal presidente Federico Valdes, mancava infatti solo la sua sigla per rendere ufficiale l'intrigo natalizio di mercato. Questa è la fine, i titoli di coda di una telenovela che ha portato Edu Vargas al Napoli. Mille puntate, tanti retroscena, un vero e proprio romanzo. Che comincia sette giorni prima, il 16 dicembre, la notte dei primi colpi di scena. Il Napoli è in missione da un pezzo, la delegazione in Cile è formata da Micheli (l'uomo dei blitz, a Brescia fu lui a prendere Hamsik) e gli agenti Mazzoni e Rodriguez, in contatto continuo con l'Italia, dove Bigon -il grande ispiratore- chiude il cerchio dall'altro capo del telefono. Sono le tre del mattino quando un dirigente dell'U.de Chile firma un preaccordo per la cessione di Vargas, poco dopo arriverà anche l'autografo del giocatore, sono documenti che sanciscono l'impegno preso, previste anche delle penali in caso di retromarcia. L'appuntamento è per la mattina successiva, quando il presidente dovrà poi rendere tutto ufficiale con il suo via libera. Che invece, a sorpresa, slitta. Il club prende tempo fino al lunedì successivo, il Napoli si infuria, sa che altre squadre si sono inserite. Il Chelsea -per esempio- ha un suo emissario fisso in Cile, al lavoro da due mesi su quest'affare: l'offerta inglese però è inferiore a quella azzurra (circa 15 milioni di dollari), in più c'è il problema legato al permesso di soggiorno. Anche lo Spartak Mosca è pronto a fare follie, lo Zenit scende in campo con due uomini inviati a Santiago e una proposta scritta, ma sono le italiane a rendere l'operazione sempre più complicata per il Napoli. La Roma si muove con Franco Baldini in persona, squilla spesso il telefonino di chi assiste Vargas: "Se non avete già firmato, pensateci, siamo disposti ad accontentare ogni vostra richiesta", il messaggio spedito da Trigoria. E poi soprattutto l'Inter, affiancata dal Genoa in una trattativa parallela con cifre che inizialmente fanno sperare nel sorpasso: 10 milioni di euro, commissioni escluse, al club e un contratto da 1,8 milioni più bonus al giocatore. L'offerta via mail viene mostrata a Edu Vargas, accanto il suo procuratore e gli amici che lo accompagnano sempre, la loro faccia è stupita alla lettura dei numeri: "Edu, ma hai visto quanti soldi sono ? Questi ti danno molto di più...", dicono guardando fisso negli occhi il 22enne oggi più famoso del Cile. Vargas sta zitto qualche secondo e poi risponde sicuro e convinto: "Ma voi pensate sempre ai soldi ? Io ho già deciso, vado a Napoli, è la soluzione ideale per me". Chi partecipa alla scena, resta di sasso. La volontà è chiara, restano solo da firmare i documenti originali, ma l'U.de Chile continua a prendere tempo. In Italia, De Laurentiis sbotta, Bigon non dorme e maledice il fuso orario: il suo ordine è quello di insistere, il Napoli resta fiducioso. Nel frattempo Vargas gioca in semifinale e viene espulso, gli avversari in campo lo stuzzicano ("te la facciamo vedere noi l'Italia..."), lui le prende e poi reagisce d'istinto, l'arbitro lo manda fuori ma poi negli spogliatoi gli chiede scusa e la maglia in regalo. Il Cile è letteralmente impazzito per lui, quando gira in macchina si blocca il traffico, sembra Lavezzi a Napoli. E non solo per questo: caratterialmente i due si somigliano molto, schivi ma simpatici, timidi ma furbi, silenziosi ma scaltri, con la passione in comune per le automobili veloci. Giocheranno insieme, Lavezzi e Vargas, ma per farlo manca sempre la firma presidenziale. I cileni infatti giocano al rialzo, hanno in mano l'offerta dell'Inter, sperano di creare un'asta. Il Napoli però conta su quei documenti notturni, si riveleranno le carte vincenti: pubblicamente e legalmente, l'U.de Chile rischierebbe una brutta figura e forse qualche sanzione, la delegazione azzurra gioca proprio su questo, la regia da Napoli è del ds Bigon che ormai non ha più sonno. Si va vicini più volte allo strappo, poi tra le parti torna il sereno, viene tolto il freno, si risolvono gli ultimi problemini burocratici, Edu Vargas fa le visite mediche a domicilio (con il Dr.De Nicola, partito mercoledì sera) e mette la sua firma sul contratto da depositare. Perché diventi ufficiale, serve solo la penna del presidente Valdes: è venerdì mattina, il Rettore è al lavoro. "Venite all'Università, non posso muovermi da qui", sembra l'ultimo dispetto a chi ha vinto facendo valere le proprie condizioni. È solo l'ultimo esame da passare per tornare a casa con Vargas. Forse la trama del prossimo cinepanettone di De Laurentiis: Natale in Cile, il mercato sotto l'albero.


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