Djorkaeff, la rovesciata e la Befana
Epifania dal greco "epifaneia" significa manifestazione, apparizione, presenza divina. Non per nulla a ridosso di questa festa per due anni consecutivi, Youri Djorkaeff illuminò i nerazzurri con i suoi squarci di alta classe.
Cinque gennaio 1997, sono passati 13 anni, eppure il ricordo di quella giornata è ancora limpido nella memoria dei tifosi dell'Inter ma anche di tutti gli amanti del bel calcio. Merito proprio di Youri, il Serpente, che al 39' del primo tempo si inerpica in aria con la sua innata eleganza e si inventa una rovesciata che lascia di stucco il portiere della Roma, Sterchele, e manda in estasi i tre anelli di San Siro. Gesti che non si ripetono facilmente, gesti che meritano di essere immortalati per sempre. L'acrobazia di Djorkaeff non finirà nelle bustine delle figurine Panini come la celebre sforbiciata di Parola, ma sarà l'immagine dell'abbonamento al Meazza per la stagione 1997-98. Una tessera che molti tifosi nerazzurri custodiscono ancora con cura nei cassetti accanto ai ricordi più cari. Per quella rovesciata da urlo, ma anche perché quello è il primo anno di Ronaldo in Italia. Un altro pezzo di storia recente del calcio.
E proprio il Fenomeno, un anno dopo, il 4 gennaio 1998, a propiziare l'altra epifania di Youri. A San Siro c'è la Vecchia Signora, che non è una Befana, ma l'avversario più temuto e meno amato. Dentro la calza nerazzurra non c'è carbone, ma un assist di Ronaldo dolce come una caramella che il francese trasforma in oro, mettendo alle spalle di Peruzzi e regalando ai tifosi della Beneamata la vittoria più attesa. Un viatico verso lo scudetto, se su quella strada Youri e il Fenomeno non avessero incontrato, Antonio, Luciano e Roberto, i Re Magi. Anzi i tre maghi, vestiti di bianconero.