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Donadoni: "Si può rendere San Siro più moderno, come il Bernabeu"

di Christian Liotta
Al fronte del no alla demolizione dello stadio Giuseppe Meazza si unisce anche Roberto Donadoni, che esprime la sua opinione sul futuro dell'impianto ai microfoni del Corriere della Sera: "Io ragiono da ex calciatore, da uno che ha avuto l’opportunità e la fortuna di giocare per dodici anni in quella cornice. E San Siro rimane uno stadio riconosciuto in tutto il mondo come simbolo di Milano. Da un punto di vista sentimentale pensare di abbattere un simbolo come San Siro è folle. È un impianto che di recente ha ospitato una finale di Champions e che ha quindi tutte le carte in regola anche a livello internazionale. Mi piangerebbe il cuore se davvero lo demolissero. Penso a tutti i tifosi che negli anni hanno seguito il Milan e l’Inter, ma anche ai soldi che nel corso degli anni sono stati investiti per adeguarlo alle normative e per renderlo uno stadio da finale".

Sarebbe quindi meglio ristrutturare l'attuale stadio? "Ho visto il progetto di Aceti e Magistretti. Ho fatto studi da geometra, ma non bastano ovviamente per azzardare un giudizio tecnico. Però mi è sembrato sensato e so che presenta costi contenuti. A Milano un impianto da 70-80 mila posti, considerata l’importanza delle squadre, è assolutamente proporzionato. La gente qui va ancora allo stadio e la speranza è che continui a farlo. E anche dal campo, la differenza si sente: un conto sono 70 mila spettatori, un altro 40 mila. Col buon senso si risolve tutto. Si può rendere più moderno San Siro senza abbatterlo. Anche all’estero ci sono tanti modelli di restyling riusciti. Il Bernabéu, tanto per dirne uno. Le cose, se si vogliono fare, si fanno".
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