Dopo Balo, Zebina: anche stavolta non è razzismo?
Quando a essere fischiato e insultato, anche a centinaia di km di distanza, era Mario Balotelli, c'è chi definì tali manifestazioni poco edificanti come il semplice frutto di antipatia per un avversario, e non per il suo colore della pelle. Niente razzismo, dunque, da parte di una buona fetta di tifoseria juventina, la più accesa. Chissà se dopo la serata di ieri a Londra, e le dichiarazioni velenose di Jonathan Zebina, ci sarà stata una presa di coscienza sulla realtà dei fatti. Il difensore francese, giocatore della Juventus, ha puntato il dito contro questi tifosi, definendoli, proprio lui, razzisti: "Chiedo scusa perché non sono stato un buon esempio per i bambini, ma era per una trentina di teppisti e razzisti che sono venuti fin qui in Inghilterra facendo migliaia di chilometri solo per contestarci. Io e Felipe Melo siamo stati insultati già dal riscaldamento, sono stufo di questa situazione e questa gente la deve smettere".
Viene da chiedersi, a questo punto, se questa trentina di tifosi bianconeri, unita al resto del gruppone rimasto a Torino, sia ancora giutificabile dall'accusa di razzismo. Se quando accadeva a Balotelli in pochi hanno voluto lanciare questo allarme, forse l'aver colpito persino un giocatore della loro squadra riuscirà a illustrare a tutti la verità di questo naccettabile comportamento.