E' sempre più Santon-mania
Su questi schermi, due giorni fa, è andata in onda una disamina sui pro e i contro dell'impiego di Davide Santon dal primo minuto nella partita col Manchester United. Oggi, possiamo dire che a vincere, e per di più in maniera debordante, sono stati i pro. José Mourinho lo ha lanciato in Champions e ancora una volta ha avuto ragione: perché ancor più di Ibrahimovic-Cristiano Ronaldo, la sfida nella sfida di San Siro si è rivelata quella tra il Pallone d'oro e il "bambino" di Portomaggiore, un giovane campione ormai decisamente affermato e un altro che ha tutte le carte in regola per diventarlo. Soprattutto perché a vincere questo duello, a conti fatti, è stato proprio Santon, protagonista di un match perfetto, al punto tale che nel dopo partita Mourinho lo ha definitivamente consacrato "un giocatore completo, perché un bambino che gioca con questa personalità contro Cristiano Ronaldo è fantastico". Complimenti ai quali si è associato Massimo Moratti, che prevede per lui un grande futuro.
Come previsto, Santon, al debutto sul palcosenico europeo, è deputato al controllo dell'asso lusitano. Ma lui, anzichè spaventarsi, scende in campo con l'occhio della tigre. Ronaldo inizia a puntarlo e lui accetta la sfida prendendolo di petto; il numero sette dei Red Devils prova a ipnotizzarlo con i suoi giochetti di gambe, ma Santon non cade nel trucco e rimane ben concentrato sul pallone; e quando, ad inizio primo tempo, arriva addirittura a strapparglielo dai piedi, il pallone, il pubblico di San Siro urla di gioia come se l'Inter avesse segnato. Il bambino fa fare una brutta figura al campione, chi l'avrebbe detto mai. Per rendersi pericoloso, Cristiano Ronaldo deve cercare altre strade, su punizione o da colpo di testa, ma lì trova Julio Cesar a dirgli no. E oltretutto, Santon elettrizza la folla perché in alcuni momenti va a doppia velocità rispetto ai suoi compagni, un ragazzino che con la freddezza di un veterano cerca di portarsi la squadra sulle spalle. Bellissimo, da lucciconi negli occhi.
Nella ripresa, la storia, anche se con un minor numero di episodi, si ripete: Cristiano Ronaldo cerca spazio sulla fascia, ma Santon è ancora lì, lucido, determinato, a dirgli no, sempre. Finché non arriva il momento forse più entusiasmante: Ronaldo prova a prendere palla ma Santon gli si para davanti a proteggere il rinvio dal fondo. Poi, il nerazzurro cade. Inciampato sull'erba? No, l'arbitro Cantalejo fischia: è fallo, Santon ha costretto il Pallone d'oro al fallo. San Siro esplode nuovamente, tributando un'ovazione ancora più forte a questo ragazzino che ormai è entrato di prepotenza nel cuore del popolo nerazzurro. E personalmente, se ancora avevo qualche timore, sono stato più che felice di essere smentito così.