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F. Bianchi: "La legge stadi? Così non favorisce l'Inter"

di Christian Liotta

A meno di clamorose sorprese, la legge sugli impianti sportivi dovrebbe entrare nel pacchetto stabilità del governo di Enrico Letta. Lo ricorda anche il giornalista de La Repubblica Fulvio Bianchi, che dal suo blog SpyCalcio spiega anche perché questo disegno legge non trova al momento l'approvazione dei grandi club: "Questa legge, più sugli impianti di base che sui mega stadi, sta per essere approvata. Con grande soddisfazione del Coni: sì, perché grazie all'interessamento del suo presidente, Giovanni Malagò, e del dg della Coni Servizi, Michele Uva, è stata privilegiata (soprattutto) la parte che riguarda i piccoli impianti sportivi. Ma non piace ai vertici del calcio. Il motivo? Nel nuovo testo c'è possibilità di avere procedure agevolate (ora ci vogliono 7-8 anni...) ma non si parla più di nuovi "insediamenti edilizi" e di strutture commerciali "non adiacenti" all'impianto sportivo. In realtà, la nuova legge sarebbe molto penalizzante per i grandi impianti sportivi, dai 20.000 posti in su, e favorirebbe, come detto, i piccoli stadi, i palasport, incontrando così il consenso del Coni".

Bianchi prosegue: "Per ora gli stadi di proprietà sono solo tre: Juventus, Udinese, Sassuolo (Squinzi ha appena acquistato il Giglio di Reggio Emilia). Ma altre società sono in attesa: non solo la Lazio di Lotito ma anche la Roma di Pallotta, il Milan, l'Inter. Le nuova legge non li favorisce. non ci sono dubbi. non ci sarebbero nuovi insediamenti edilizi, e quindi il discorso della "compensazione" andrebbe a penalizzare chi costruisce. Ma ci sono anche esempi (virtuosi) da seguire: l'Espanyol di Barcellona, ad esempio, ha costruito uno stadio, il Cornellà El Prat, da 40.500 posti con soli 65 milioni di euro. I mega-impianti, adesso, non servono più. E' cambiato il modo di seguire il calcio. In più, non dimentichiamolo, siamo in tempo di crisi. La Juve insegna: impianto non certo faraonico, stile El Prat, ma sempre pieno. L'importante, per il tifoso, è sentirsi a casa. E' possibile? Certo che lo è. A meno che uno voglia costruire uno stadio con intenti speculativi e allora è chiaro che è rimasto deluso da Letta...".


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