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Fassone: "Negli ultimi anni Inter e Milan specchi della situazione italiana. Milano pronta per due stadi"

di Andrea Pontone
Fonte: dall'inviato Mattia Todisco

Presente a La Feltrinelli di Milano in occasione della presentazione del libro di Marco Bellinazzo, Marco Fassone ha speso le seguenti parole: "Milan e Inter sono tra gli specchi della nostra situazione: sono state l'emblema di successi importanti in Italia ed Europa e l’espressione di due famiglie che hanno accompagnato le fortune delle due squadre. La Juventus è la storia di una famiglia intera e certamente quel modello ha caratterizzato il calcio italiano per un secolo. Milan e Inter hanno cambiato proprietà con dirigenti internazionali. Berlusconi e Moratti hanno fatto contenti la gran parte dei tifosi, da 2013 in avanti le milanesi hanno affrontato un modello che richiede tempo. La serie della Juventus è fantastica per il singolo club, meno per noi. Milan e Inter sono lontane. In sette anni la Juve ha doppiato il fatturato del Milan. C'è strada da fare. Dobbiamo seguire la loro strada pensando più al sistema calcio che al piccolo club".

Sui settori giovanili: "Dopo Italia-Svezia si è parlato molto di vivai. Nel Milan per il settore giovanile ha sempre avuto una certa attenzione, tanti giocatori della prima squadra arrivano da lì. È una filosofia che intendiamo inseguire, cercando di creatore giocatori più che di vincere titoli".

Ancora Fassone: "Se torniamo al periodo 2005-2010 ci sono stati Calciopoli, che ha avuto grossa influenza sul sistema amministrativo, e la sconfitta nell’assegnazione di Euro 2012, che ci avrebbe permesso di sfruttare un’onda come Italia ‘90. Solo la Juventus ha risposto a questo rallentamento, ma al nuovo stadio si pensava dal 2003. È chiaro che Inter e Milan devono lavorare, insieme o no, per uno stadio di proprietà per sviluppare ricavi e non solo. Che questa città sia pronta ad avere anche due stadi è evidente, che sia più giusto non lo so. L’Inter è più avanti di noi perché ci pensa da più tempo. Saremmo un esperimento unico per l’importanza delle due squadre. D’altra parte San Siro è San Siro. Quello che è certo è che con la nuova normativa in 12 mesi si comincia a lavorare e dal 2023 possiamo già giocare in una struttura più bella e funzionale".

Sulle seconde squadre: "Il Milan è tra i grandi fautori, la velocità con cui il commissario ha voluto farla è un segnale. Noi siamo pronti, per noi può certamente aiutare, anche se questa estate non sapremo se riusciremo ad accedervi fino a metà luglio ma nel caso saremo pronti".

Riguardo i diritti tv: "Eravamo con l’Inghilterra il campionato con più ricavi nei diritti tv. Ora siamo stati superati, la Ligue 1 si è posizionata sopra di noi cedendo i diritti fino al 2024. Non ha funzionato il prodotto calcio, che poteva essere migliore, dall’altra parte l’offerta è transitata attraverso due competitor e questo non ha permesso l’ingresso delle compagnie di telecomunicazioni. Il canale della Lega era un’ipotesi che il Milan vedeva con favore. A livello gestionale vediamo positivamente l’ingresso di un nuovo statuto, di un dirigente come Micciché e di un’idea di maggiore managerialità".

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