FIGC verso il commissariamento. Ecco le parole dei protagonisti dopo l'assemblea elettiva
Fonte: Tuttomercatoweb.com, RMC Sport, Sky
Giornata cruciale e, in qualche modo, deludente per le sorti della FIGC. Dopo le quattro votazioni nell'assemblea elettiva odierna, infatti, né Cosimo Sibilia né Gabriele Gravina hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei consensi, nonostante l'accordo che avrebbe dovuto portare alla presidenza proprio Gravina. Prima del ballottaggio finale, infatti, il presidente della LND Sibilia aveva di fatto già chiuso i giochi, preannunciando che i propri delegati avrebbero votato scheda bianca. Si andrà dunque al commissariamento della Federazione, con la seduta speciale della giunta esecutiva del Coni convocata per giovedì. Di seguito, una rassegna delle dichiarazioni più rilevanti di questa importante giornata.
TOMMASI A SKY - "Dopo la prima votazione, quando nessuno dei tre candidati aveva superato il 40%, Sibilia e Gravina avevano voluto incontrarci per provare a trovare un accordo e l'unica possibilità vedeva me presidente. Questo non è mai stato mai preso in considerazione, quindi non c'è stato modo di trovare l'intesa. Non possiamo parlare un altro linguaggio: in un momento storico come questo, era giusto interpretare le lacrime dei giocatori a San Siro. il dispiacere si supera voltando pagina e oggi non hanno voluto farlo. Ne prendiamo atto. Non so se sia il punto più basso del calcio italiano: non siamo andati ai Mondiali per tanti motivi, tra cui c'è anche la fatica che facciamo a livello istituzionale. Dovremo porci delle domande e trovare lo sprint per i cambiamenti".
GRAVINA A RMC SPORT - "Il no a Sibilia per la presidenza? Da sempre ho lavorato per fare il presidente federale, e ho investito tutte le mie energie, quindi aver detto di no a questa proposta è un punto a mio favore, non a mio sfavore. Io ho una mia dignità, una mia coerenza che ho messo a disposizione del mondo del calcio in questi anni. Pensare di rinnegarla per il solo fatto di diventare presidente della Figc non fa parte del mio modo di interpretare le regole del gioco. Mi dispiace, e per questo chiedo scusa a chi era presente e a tutti gli italiani. La partita doveva essere giocata fino in fondo, invece qualcuno ha tolto il pallone dal campo quando si stava ancora giocando. Sibilia ha dato disposizioni accodandosi ai calciatori, che volevano votare scheda bianca. E' evidente che non c'è stata più partita. Non voglio parlare di volgari proposte di accordo: non potevo accettare la presidenza, a dispetto di un progetto, di una squadra, di un pacchetto di voti che va oltre la Lega Pro. Non e' la sconfitta del calcio italiano, ma la certificazione della sconfitta di una classe dirigente".
ABETE A SKY - Questa è una bruttissima giornata per il calcio italiano, che non ha saputo individuare al suo interno un percorso di ripresa. C'era la necessità che ognuno facesse un passo indietro per far ripartire il calcio italiano. Pertanto mi pare giusto che ci sia questo risultato. In merito al confronto tra le mie dimissioni dopo il flop nei Mondiali 2014 e ciò che è accaduto quest'anno dopo la Svezia, dico che c'è stata confusione ed è mancata un'immediata assunzione di responsabilità. Nulla di personale ma, se un'organizzazione vive un momento duro, chi ne è a capo dovrebbe farsene carico. Dopo le dimissioni di Tavecchio c'è stato caos, oggi c'è da piangere".
MAROTTA A RMC SPORT - "Avete visto tutti come è finita la giornata. Questo è un epilogo che dimostra la sconfitta del calcio italiano. Una giornata nera, non bianconera".
CAIRO A RMC SPORT - "Adesso dobbiamo vedere in che modo verrà commissariata la federazione, cosa si farà. Chi nominerà il commissario si prende una grossa responsabilità, dal momento che questa persona dovrà avere la bacchetta magica per risolvere i problemi. La soluzione migliore? Vedremo".
SIBILIA A SKY - "In queste settimane ho visto più spesso Gravina e Tommasi rispetto alla mia famiglia. Ho sempre tentato di convergere verso un obiettivo comune. Ero in vantaggio al ballottaggio e ho fatto in modo che si discutesse sulla carica con Abete, Tavecchio e Gravina. Ho fatto un passo indietro con un atto di grande responsabilità. Gravina, invece, non ha potuto far passare questo tipo d'accordo. C'è rammarico perché, quando prendo un impegno. cerco di mantenerlo in tutti i modi. Mi ha dato fastidio che, rispetto al diniego sull'accordo, non mi sia stato comunicato di persona ma solo attraverso il telefono. Con Tommasi i rapporti sono civili, ma c'era incompatibilità su chi doveva essere presidente. Con Gravina abbiamo discusso, ho rivendicato la posizione di presidente perché ero in vantaggio nel ballottaggio. Nonostante ciò abbiamo deciso di portare avanti la candidatura di Gravina. La questione era spinosa da affrontare perché avrei dovuto comunicare ai presidenti regionali il cambio di rotta. La Lega nazionale Dilettanti, che è la componente di maggioranza relativa nell'ambito della Federazione, dava rispetto e voleva rispetto. Sono andato alla Lega di Milano chiedendo un candidato che la LND avrebbe potuto appoggiare e non ho avuto risposta. In seguito, hanno candidato me. Dopo i colloqui, non siamo arrivati a nessun risultato: oggi ho fatto tre passi indietro. Noi rappresentiamo 60mila squadre, il calcio sociale. Basta con la storia del "peso" della LND".