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Florentino Perez, punizione... all'olandese

di Alberto Casavecchia

Florentino Perez si starà di centro mangiando le mani e sarà forse riuscito a mordersi i gomiti. Certo. Perché Wesley Sneijder e Arjen Robben, che prima ha visto trascinare Inter e Bayern al titolo e alla coppa nazionale, e poi li ha visti giocarsi in casa sua, al Bernabeu la finale di Champions League (vinta, per nostra gioia, dall’oranje nerazzurro) hanno risposto in questa stagione al presidente merengues che troppo frettolosamente se n'era liberato. Ma non era abbastanza, perché il destino aveva in serbo per l’Ingegnere un altro scherzo molto pesante. Infatti i due ‘scarti reali’ domenica prossima saranno i primi attori della finale del Mondiale di Sudafrica. A Johannesburg, non ci saranno i vari Cristiano Ronaldo e Kakà (quasi 180 milioni in due), ma gli olandesi scappati in fretta e furia dalle grinfie di coloro che Wesley Sneijder non ha esitato a definire ‘mafiosi’.

Un storia incredibile, soprattutto quella del nerazzurro. Inizialmente una telenovela di mercato: Wes, orgoglioso come sempre, non voleva lasciare il Real, ma alla fine, convinto dall’ostruzionismo di Valdano, sfociato nel cattivo gusto di togliergli l’armadietto quando era ancora un calciatore merengue, ha accettato l'offerta dell'Inter. Sneijder, da probabile comparsa del Real Madrid dei miliardi, si trasforma in leader assoluto dell’Inter, che guida verso lo storico triplete, il primo in Italia, con prestazioni che a Madrid avranno fatto venire l’ulcera allo stomaco a qualcuno.

Certo per Perez vedere l'olandese festeggiare la Champions League nel suo stesso stadio sarà stata la punizione massima alla sua tracotanza: magari è venuta meno la sua convinzione che i soldi, i milioni di euro, facciano le grandi squadre e di conseguenza portino tituli, per dirla alla Mourinho. No. Nel calcio la programmazione societaria, l’uso centellinato delle risorse umane e poi tecniche fanno la differenza. Sneijder, giunto all’Inter, si è calato al meglio nella sua parte, guadagnandosi sul campo i gradi di comandante. Stesso identico discorso vale per la nazionale; Van Marwijk fa girare la sua squadra intorno a lui, che organizza il gioco e si fa seguire dagli altri talenti oranje come Van Persie, Kuyt e Robben, calciatori che parlano la tessa lingua sul campo, e non è l’olandese, ma il linguaggio universale del football, quello che solo i più forti masticano. Ben venga dunque la finale, per un’Olanda davvero straorinaria che, non sarà quella del calcio totale, ma è una di quelle che ha espresso, insieme alla Germania, il miglior gioco, in una kermesse davvero povera di spettacolo. E poi, detto tra noi, l’Olanda di Cruijff, quella del calcio totale, è forse inarrivabile, nonostante non sia riuscita mai a conquistare il titolo di campione del Mondo.

Quel titolo che potrebbe cogliere invece Sneijder. Non è mai successo nella storia del calcio che un giocatore, autore con il club del tris, riuscisse portare a casa il Mondiale e di conseguenza il neo FIFA Pallone d‘Oro, premio che va sempre di pari passo con i grandi eventi calcistici. Prima di lui, i campioni nerazzurri a vincerlo sono stati Lothar Matthäus (che Wes, nel cuore dei tifosi, ricorda) ed il Fenomeno Ronaldo, campionissimi assoluti che nella loro carriera hanno vinto il Mondiale, rispettivamente nel 1990 il tedesco e nel 1994 e 2002 il brasiliano, oltre ai tanti successi nel club. Sneijder ora punta al pokerissimo dopo il tris. E chissà se ciò avvenisse, come la prenderebbe Florentino Perez….


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Domenica 15 dicembre