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G. Rossi: "L'Inter vive alla giornata fino al mercato"

di Fabrizio Romano
Fonte: di GIanluca Rossi per Gianlucarossi.it

Sesta sconfitta in campionato per l'Inter. Stavolta se non altro per mano di una squadra, l'Udinese, che in virtù di questo successo si è ritrovata prima in classifica. Spiace doverlo ripetere, ma di questo passo, rischio di doverlo ripetere fino a fine stagione: l'Inter, per come l'abbiamo apprezzata negli ultimi anni, è fatalmente giunta alla fine della sua corsa. Inutile sperare in successi in serie impossibili nelle gambe dei giocatori, ancor prima che nella mente. Basta scorrere una una qualsiasi breve sintesi del campionato italiano per rendersi conto che l'Inter corre meno di tutte le altre. Può anche giocare primi tempi dignitosi, ma allo scoccare dell'ora di gioco, puntualmente va in apnea. Forse non è proprio un caso che, tra le squadre che ha affrontato, l'Inter ha perso con tutte quelle della prima metà della classifica, ad eccezione del Chievo, battuto di misura a San Siro. Il valore atletico più che tecnico dell'Inter al momento non è neppure da Europa League. E scommetto fin da adesso che Maicon e Sneijder, ovvero i big che potrebbero dare una svolta, non si danneranno certo l'anima per rientrare velocemente. Al di là di quel che si racconta, non ho mai visto un grande giocatore affrettare i tempi del recupero da un infortunio, quando a San Siro c'è aria di fischi e di contestazione. Tornando alla partita, il primo tempo dell'Inter si è lasciato guardare: possesso palla abbondante con qualche incursione in area friulana, ma pochi cross per le due punte Pazzini e Milito, spedite in campo insieme nel vano tentativo di cancellare quell'incredibile zero nella casella dei gol degli attaccanti nerazzurri a San Siro. Alla fine il migliore è stato il giovane Marco Davide Faraoni, che sulla destra si è fatto apprezzare per corsa e personalità, a differenza di Alvarez che sul fronte opposto ha finito per rallentare il gioco, convergendo sempre più frequentemente al centro, quando invece c'era bisogno di cross in area. Degno di nota sul taccuino dell'intervallo alla fine è rimasto solo un buon tiro di Thiago Motta, dopo triangolo con Milito.

Così nella ripresa Ranieri ha sostituito proprio Alvarez con Nagatomo, piazzato centrocampista di sinistra come in Nazionale, con licenza di spingere e crossare. E più tardi è toccato a Zarate rilevare l'esausto Faraoni, ma stavolta l'ex laziale si è mosso meno che in panchina e con lui è sparita anche l'Inter, che nell'ultimo quarto d'ora si è irrimediabilmente sfilacciata. Dopo un paio di campanelli d'allarme, l'Udinese, intorno alla mezz'ora si è ritrovata in vantaggio con il solito contropiede velocizzato da Di Natale e dal neo-entrato Floro Flores per la battuta a incrociare di Isla, uno che l'Inter avrebbe fatto bene a prendere qualche tempo fa, invece di cercare il Jonathan di turno nella patria del samba! La reazione dell'Inter è stata di nervi, col risultato di sbilanciarsi tant'è che di lì a poco Zanetti è stato costretto ad abbattere Floro Flores in piena area: rigore ineccepibile, quello concesso da Gervasoni, condito dalla prima espulsione dopo 17 campionati in maglia nerazzurra per il capitano, ma Julio Cesar si è allungato a deviare il penalty di Di Natale. Un attimo dopo, dall'altra parte, è stato Ferronetti a rovinare su Milito, ma il rigore l'ha sbagliato anche l'Inter con Pazzini che è scivolato goffamente come Terry nella finale di Champions 2007-08 tra Chelsea e Manchester United. E mentre sugli spalti stavano ancora cercando il pallone calciato dal Pazzo, Ferronetti protestava fino a guadagnarsi il cartellino rosso, giusto per  ristabilire la parità numerica al fischio finale. La mini-serie positiva è già finita e adesso si vivrà alla giornata fino al mercato di gennaio che, temo, produrrà ancora un paio di inutilissimi colpetti esotici.


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