G. Rossi: "Serve rifondare, ora si parli chiaro"
Fonte: di Gianluca Rossi per Gianlucarossi.it
Ormai è caduta libera. La sconfitta casalinga col Novara, che con l'Inter ha fatto bottino pieno di punti con 6 sui 16 totali, spedisce l'Inter indietro nel tempo prima ancora che in classifica: al tempo della contestazione, civile e comprensibile, perché si sa che San Siro nerazzurro è da sempre stadio dalla memoria corta e dalla riconoscenza a tempo, non certo quella esagerata che la società ha concesso agli eroi del Triplete. Non si può neppure dire che i suddetti non s'impegnino ma, bastasse il semplice impegno, il Novara del redivivo Mondonico non avrebbe lasciato San Siro in trionfo.
L'arbitro Russo è universalmente riconosciuto tra i meno talentuosi della serie A e lo ha dimostrato ignorando un chiaro intervento da rigore di Santiago Garcia su Poli, ma lo riporto solo per cronaca, perché non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di chiamare in causa fattori esterni per spiegare l'ennesima sconfitta, la seconda consecutiva, la terza in quattro partite, la nona in campionato, roba che non accadeva dalla stagione 1957-58. Dopo un primo tempo più da assalto che da assedio, dopo nemmeno dieci minuti di ripresa, non appena Lucio è volato in avanti a concludere in spaccata l'ennesima offensiva dell'Inter, il Novara è ripartito veloce come un razzo con Jeda e Caracciolo: quest'ultimo, lasciato alla custodia del solo Chivu, si è inventato un gol da cineteca, il suo settimo all'Inter in carriera. Di lì in avanti, con Pazzini già spedito al fianco di Milito, Ranieri ha buttato nella mischia pure Forlan, costretto a decentrarsi per non ingolfare un'area novarese fin troppo trafficata di attaccanti e centrocampisti nerazzurri. Sneijder, rimasto l'unico centrocampista di livello, ha tirato 12 volte da fuori area, centrando solo all'ultimo tentativo la traversa, ovvero il tredicesimo legno della stagione per gli statistici, mentre ad una manciata di secondi dalla fine Pazzini ha avuto la palla del pareggio che ha esaltato Ujkani un attimo prima del fischio finale. San Siro stava già contestando la squadra e un po' pure Ranieri, che ha inserito troppo tardi Nagatomo al posto di Chivu, visto che il nipponico resta l'unico in grado di reggere il confronto con gli avversari sul piano della corsa. Gli altri tutti volonterosi ma tutti al di sotto del minimo sindacale: Milito spaesato, Alvarez incapace di incidere per tutto il primo tempo, prima di fare spazio al febbricitante Pazzini e Stankovic, apparso al rientro lontano da una condizione accettabile ma vincitore senza merito nel ballottaggio con Poli quando Ranieri si è giocato pure la carta Forlan. Cambiasso ha provato a cucire ma ormai ariva sempre tardi col filo. Per di più, la cronica lentezza in fase difensiva ha perfino consentito al Novara, dopo il gol del vantaggio, ulteriori sortite con Rigoni e Morganella, velocissimi in contropiede, tant'è che Ranieri aveva addirittura preferito l'anziano Cordoba a Ranocchia, ma anche per il prode Ivan Ramiro lo scatto in copertura non è più quello dei bei tempi.
Ora la solita domanda, che fare? Cercare di raggiungere un miracolistico terzo posto senza ulteriori scossoni e preparare dal prossimo giugno una squadra giovane, parlando chiaro e magari, cambiando strategie e uomini non solo in squadra. Come sempre pubblico solo una piccola parte dei messaggi, quelli in grado di offrire soluzioni, perché i problemi li conosciamo tutti, come i colpevoli, in rigoroso ordine gerarchico: società, squadra, allenatore. Dopo il derby lo stesso che scriveva che si sarebbe vinto lo scudetto ora propone l'impiccagione di Moratti! Ci sta che il tifoso cambi opinione ogni 90 minuti, non ci sta che lo si faccia in società.
E chi non c'è, quando le cose vanno da schifo, ha sempre ragione: poi però toccava a me difendere Oriali, tanto per non far nomi, quando cedeva al Milan Seeodrf e Pirlo o portava all'Inter Pacheco, Vampeta e Gresko, tre a caso. Ora tocca a Branca che potrebbe aver pure esaurito il suo ciclo: all'Inter mica bisogna starci per diritto divino. A giugno si ricominci da zero, proponendo ai senatori, se proprio si deve, rinnovi a cifre da Fair Play finanziario e si parli chiaro. Squadra affamata e, se proprio l'ha ordinato il dottore, tecnico nuovo con carta bianca per almeno tre anni. Obiettivo? Preparare nel giro di due o tre anni una nuova Inter in grado di vincere. La gente di buon senso capirà. In fondo solo chi non ha mai fatto sport pensa che esista qualcuno in grado di vincere all'infinito, senza sbagliare mai.