.

Galeone critica la fase offensiva dell'Inter

di Fabrizio Romano
Fonte: Goal.com
Giovanni Galeone

Tra le tante opinioni riguardo Inter-Barcellona, si aggiunge anche quella di Giovanni Galeone, ex tecnico di Ancona ed Udinese, che a Goal.com ha esaltato la fase offensiva dell'Inter, ma criticato la difensiva. Ecco la sua analisi del match: "Bella partita, con tante azioni e pochissimi falli, il Barça ha premuto ma l'Inter si è difesa molto bene. Benissimo Samuel e Lucio: in particolare, l’argentino ha perso un brutto pallone in avvio che poteva condizionare la sua prestazione, invece ha continuato come se nulla fosse ed ha giocato nel migliore di modi. Ma là dietro han fatto tutti bene: Maicon, Lucio e anche Chivu, che ha addirittura difeso a uomo su Messi. La scelta di difendersi è stata ideata forse per non dare spazio ad Ibra, Henry e Messi, e con Iniesta in campo è diventato obbligatorio comprirsi. In ogni caso, da una squadra che ha speso tanto e che davanti ha giocatori come Milito ed Eto’o, ci si aspetta molto di più. Confermo la mia idea su Mourinho: dà un’ottima organizzazione difensiva alle sue squadre, ma la fase offensiva non mi convince. Ieri gli è mancato anche un po’ Snejider, che era  stanco, ma che poteva anche farsi vedere di più ed invece si è un pò nascosto, ma nel complesso non si capisce chi debba avviare la manovra e in che maniera. L’anno scorso la tattica era palla avanti per Ibra, ora dovrebbe essere più ragionata, ma non c’è chi prenda in mano il centrocampo".

Forse Galeone dimentica che Mourinho non aveva Cambiasso a disposizione, ma prosegue imperterrito l'allenatore: "L’Inter ha giocato una buona gara in difesa, poteva fare meglio in attacco, ma alla fine non è semplice contro questo Barcellona. Loro giocano a memoria, i nerazzurri avevano parecchi giocatori nuovi in campo, ci vuole anche del tempo. Comunque è la filosofia e la mentalità che sono molto diverse: noi dobbiamo riprendere a puntare sui vivai. Guardate il Barça: quanti calciatori arrivano dalle giovanili? Questo aiuta, perché si comincia a trasmettere una filosofia fin da piccoli e i giovani arrivano in prima squadra già pronti ed è più facile inserirli. In Italia abbiamo perso questa buona abitudine, lo faceva ai miei tempi - parlo degli anni ’60 - il Milan, il Torino. Oggi lo fanno un po’ la Juve e l’Udinese, ma è troppo poco. Le società devono rendersi conto che questa è l’unica strada per recuperare competitività”. Ricordiamo solo che contro il Parma hanno giocato Balotelli, Santon, Krhin e Biabiany da avversario, tutti del settore giovanile nerazzurro...


Altre notizie
Domenica 15 dicembre