Garlando: "Inter-Milan, ecco le differenze nel crash test romano"
"Alla terza rampa il Milan perde la ruota dei primi. In attesa del recupero della Samp, guidano la corsa in tre: Juve, Napoli e Inter. Corre un filo rosso tra le meraviglie di Dybala, Insigne e Perisic: la qualità di un talento superiore. Anche per questo Montella si è sfilato dai primi, perché ha preferito la corsa di Borini alla qualità di Kalinic, André Silva, Calhanoglu e Bonaventura, tenuti inizialmente in panca". Questo l'incipit del commento per la Gazzetta dello Sport di Luigi Garlando, che poi si concentra sul momento dell'Inter paragonandolo a quello dei cugini del Milan: "Il crash test romano, che l’Inter ha passato alla seconda giornata, ha falciato il Milan alla terza. Si dirà: la Roma colpì tre pali, Spalletti poteva fare la stessa fine di Montella con la Lazio. No, non sono stati gli episodi a divaricare i destini delle milanesi. Nella tempesta, dopo lo svantaggio, l’Inter si è aggrappata a un’identità di gioco già ben definita, grazie al lavoro di Spalletti e a un mercato ridotto, e ha continuato a tessere con serenità le sue conoscenze, finché Icardi ha riportato il sereno giocate da top. (...). La terza vittoria su tre non significa che Spalletti possa già impiattare un’Inter perfetta. Anche lui ha molto lavoro da fare. Giovedì in Gazzetta ci spiegava che ama «il folto che ruota molto». Ieri il folto ruotava poco. Contro una bella Spal l’azione nerazzurra è stata a lungo statica, lenta e prevedibile. Perisic, autore di un gol meraviglioso, si è acceso a sprazzi. Dalbert è ancora timido in attacco e sgrammaticato in difesa. Però Icardi segna sempre; Gagliardini ha dato bei segnali di risveglio; la partita l’ha sbloccata Joao Mario, destinato a diventare il Nainggolan nerazzurro, trequartista di pressione e irruzione, come ha spiegato il tecnico. Significa che, al di là di limiti e difetti, l’Inter di Spalletti cresce di partita in partita e prende sempre più le sembianze del suo creatore. L’aria buona della vetta poi ossigena morale e autostima. Da qui al derby del 15 ottobre, l’Inter ha quattro turni quasi comodi per restarci".