Garlando: "Inter, non basta Vidal per rialzare la cresta. Serve la rifondazione a centrocampo con Kanté"
"Non basta Arturo Vidal per rialzare veramente la cresta. Detto così, suona un filo crudo, ma è il pensiero profondo di Antonio Conte che oggi raduna quel poco di Inter che gli hanno lasciato le Nazionali. Serve (almeno) un’altra robusta iniezione di qualità, personalità ed esperienza internazionale: N’Golo Kanté". E' il pensiero espresso da Luigi Garlando nel suo editoriale pubblicata sulla Gazzetta dello Sport.
"C’è da salire un altro scalino - aggiunge il giornalista - Per intenderci, quello che porta dalla semifinale spavalda giocata con lo Shakhtar alla finale tremebonda persa contro un Siviglia non galattico, ma di qualità tecnica superiore e, soprattutto, abituato a certe altezze. Il dominio autoritario della semifinale si è squagliato in una finale che la mediana ha giocato con un pallone di fuoco che scottava tra i piedi. È lì che l’Inter va rifondata, quattro quinti su cinque: può sopravvivere Barella, giovane in ascesa imperiosa, come dimostrato anche in azzurro. Sulla fascia destra è già arrivato l’ottimo Hakimi. Vidal occuperebbe l’altra casella da interno. A sinistra, in alternativa a Young, farebbe comodo un esterno dalla gamba e dalla tecnica di Emerson Palmieri più che Kolarov che non ha più l’età per correre a tutta fascia e potrebbe semmai condividere con Bastoni la stanza sinistra della difesa. Ma il cuore del problema sta in mezzo. Brozovic è benemerito e ama la causa, ma il fulcro Kanté darebbe la vera svolta: velocizzerebbe la circolazione; con Barella formerebbe una coppia di recuperatori assatanati; con due incursori come Vidal e Barella, la scheggia Kanté è l’ideale per riequilibrare un assetto sbilanciato e rincorrere chi scappa. Più in generale, il francese, al culmine della maturità (29 anni), al posto dell’eterno incompiuto Brozo (27), porterebbe in dote tanta esperienza internazionale (Premier vinta, coppe giocate, colonna della Nazionale). Un 3-5-2 farcito con Hakimi, Vidal, Kanté, Barella, Emerson e la possibilità di spiazzare in corsa con inserimenti di qualità (Sensi, Eriksen) darebbe modo a Conte di completare il famoso step decisivo. Soprattutto se Marotta trovasse davvero la via per arrivare a Dzeko. Una prima punta di livello da alternare alla Lu-La serve comunque. A questo punto vi sarete già posti la domanda: sì, ma il grano chi lo caccia? Dalla Cina arrivano input governativi a non scialare. I bilanci pretendono rigore. Tutto sacrosanto. Ma se c’è un momento in cui osare uno sforzo in più, accelerando il piano di crescita e ampliando i margini di rischio, magari con qualche sacrificio importante (Skriniar), sembra proprio questo. (...) La scommessa su Pirlo, come le novità che comporta, impedirà alla Juve di presentarsi ai blocchi di partenza con la solita perentorietà nei pronostici. Anche lo scudetto, più in gioco rispetto al passato recente, suggerisce all’Inter di attrezzare il massimo della competitività. Uno sforzo ulteriore, oltre i piani di volo, consacrerebbe poi il patto della riconciliazione varesotta stretto da Conte e dalla società il 25 agosto. Alla famiglia Zhang, che ha già speso tantissimo, non si può imputare nulla. I cinesi, educati da millenni di storia, hanno un senso del tempo diverso dal nostro. Per una volta, però, accelerarlo in modo occidentale vale la pena. È il momento di alzare la cresta. Quella di Arturo non basta".