Garlando: "Inter, qualità senza sosta. Bellezza collettiva per Inzaghi: il paragone col Milan..."
Fonte: Gazzetta dello Sport
"«Oh, bej! Oh, bej!», cioè «Oh, belli! Oh, belli!» esclamavano i bambini davanti ai doni che elargiva l’inviato papale, spedito da Pio IV in missione diplomatica a Milano nel 1510. Così è nata la tradizione della Fiera degli «Oh, bej! Oh, bej!», i mercatini natalizi che colorano il centro della città a partire dal giorno di Sant’Ambrogio. Sabato scorso, in pieno clima «Oh, bej! Oh, bej!», davanti al 4-0 di Inter-Udinese, San Siro aveva gli occhi dei bambini del Cinquecento: «Oh, belli! Oh, belli!». I giocatori di Inzaghi. Prova di bellezza, più ancora che di forza quella dei nerazzurri: 96’ di qualità senza soste, anche in ampio vantaggio, facilità di gioco, gol spettacolari, alto quoziente tecnico, aggressività costante. Uno spettacolo enfatizzato dal confronto con l’offerta estetica della Juve, per scelta, e di Milan e Napoli, per crisi". Lo scrive Luigi Garlando sulla Gazzetta dello Sport di oggi.
"Intrigante soprattutto il paragone con i rossoneri, perché nella storia recente è stato soprattutto il Diavolo a coltivare il bel gioco in città. Per lo meno, da quando Silvio Berlusconi ha acquistato il Milan e l’ha affidato ad Adriano Galliani ed Arrigo Sacchi con una mission precisa: «Conquistate il mondo e divertitelo»". Ecco, adesso è l'Inter bella e vincente, a differenza dei cugini. "La bellezza strutturale, collettiva, costante della squadra di Inzaghi è qualcosa di nuovo e, in qualche modo, rivoluzionario - sottolinea Garlando -. La bellezza del calcio milanese si è tuffata nel Naviglio ed è passata sull’altra sponda. Ora è l’Inter a custodirla, ora sono i nerazzurri, che riempiono sempre San Siro, i più spettacolari, i più televisivi, i più sacchiani . Mentre Pioli, nella crisi, deve decidere se rinunciare ad altra qualità per difendersi meglio e prega per il ritorno di Leao, salvatore individuale, avendo perso la forza del collettivo, Inzaghi guida una squadra compatta, dove Dimarco non conta meno di Lautaro, al vertice di tutti gli indicatori di qualità: punti, gol, assist... «Oh, bej! Oh, bej!»".