Garlando: "Kovacic, cessione corretta: ecco perché"
Fonte: Gazzetta dello Sport
Kovacic come Pirlo. Kovacic come Ronaldo. Un patrimonio che lascia l'Inter e fa arrabbiare i suoi tifosi. Luigi Garlando, dalle pagine della Gazzetta dello Sport, propone una visione diversa. "In questi casi può aiutare un robusto sforzo di razionalizzazione, perché la ragione ha ragioni che il cuore non conosce - si legge -. Anche il giovane Balotelli sembrava un predestinato al Pallone d’Oro ceduto troppo in fretta: oggi chi lo rimpiange? Kovacic sarà anche stato sballottato tatticamente, ma in due anni, quanti progressi ha mostrato? Quanto è cresciuto nell’interdizione? Quante prestazioni positive ha messo in fila? I Platini e gli Zidane la posizione in campo andavano a cercarsela da soli e la trovavano sempre. Il rischio che ora Kovacic ripercorra la via crucis di Hamsik nel 4-2-3-1 di Benitez è grande. E poi, soprattutto, 35-40 milioni sono una montagna di soldi che una società dalla gracilità finanziaria dell’Inter non può permettersi di snobbare. Fassone e collaboratori meritano applausi a prescindere per la consistenza, la rapidità e la silenziosità dell’operazione. Solo Ibra e Ronaldo, che avevano ben altra storia, portarono in cassa più grana. Thohir ha deciso di investire forte per ripianare i debiti con le vittorie. Un azzardo coraggioso e fascinoso: ma vincere ora diventa necessario per la sopravvivenza. E allora il progetto tecnico deve valere più di ogni debolezza del cuore. Giusto che decida Mancini, perché è lui che deve tracciare la strada per vincere. Il tecnico ha provato Kovacic davanti alla difesa, dietro le punte, in fascia, ovunque, senza mai ottenere risposte perentorie. Con la cessione di Mateo, il Mancio troverà invece le risorse per rifinire la squadra che ha in testa: un perno di forte fisicità e cuore da leader (Melo) per la mediana; corsa e tecnica sulle bande (Perisic, Perotti); un terzino aggressivo dal cross facile (Coentrão). Il Real può anche ammassare il superfluo, l’Inter è costretta a vendere per procurarsi l’essenziale. Inutile illuderci e tirarcela da grandi: se Barcellona, Bayern o Real decidono di prenderci un giocatore, se lo prendono. Succederà con Pogba. Al massimo i nostri club possono strappare un buon prezzo e le risorse per rafforzarsi in altro modo. L’Inter lo ha fatto. Dobbiamo farcene una ragione, come certi innamorati irriducibili che alla fine riconoscono sospirando: era bella, forse troppo per me... Stramaccioni perse la testa per Kovacic alla prima occhiata. Stava studiando una cassetta di Vrsaljko (Dinamo Zagabria), vide scivolare palla al piede quel Bambino che passava tra i corpi come un fantasma e convinse Moratti a comprarlo. Ci avrebbe costruito attorno la sua Inter, ma non ne ebbe il tempo. Mancini invece costruirà la sua vendendolo. Ci sta. Il calcio ha più stanze di un casino. E se Mateo vincerà il Pallone d’oro, saremo solo contenti per lui".