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GdS - Euro28, all'Italia servono stadi all'altezza. Il nuovo San Siro non basta

di Christian Liotta
Il 23 marzo del 2022 è il termine ultimo fissato per le “comunicazioni di interesse” relative all’organizzazione dell’Europeo di calcio 2028. L’Italia ci pensa, come lo stesso presidente della FIGC Gabriele Gravina ha confermato nei giorni scorsi. Anche se, riporta la Gazzetta dello Sport, il nodo gordiano è quello degli stadi: ne servono 10 in base ai requisiti Uefa. Almeno uno da 60mila, un altro da 50mila, quattro da 40mila e tre da 30mila. Ma se quello relativo alla capienza degli impianti italiani non rappresenta un problema, gli ostacoli, decisamente più impervi, sono altri.

Gli stadi italiani sono logori, non in linea con gli standard internazionali. E il progetto del nuovo stadio di Milano, si legge, non può bastare: "Certo mettendoci vicino l’Olimpico di Roma, l’Allianz Stadium di Torino utilizzato per la Nations League, il Franchi di Firenze che potrebbe sfruttare i fondi del “Piano strategico grandi attrattori culturali” e lavorando su una ristrutturazione del Maradona di Napoli e sull’avanzamento del progetto Bologna, si raggiungerebbe un pacchetto già interessante. Una fotografia che potrebbe includere anche lo stadio Flaminio di Roma, ora in condizioni fatiscenti ma che potrebbe anche presentare i requisiti per attingere risorse dall’altro fondo Pnrr (che stanzia per questo genere di opere 700 milioni). Bisogna vedere, però, se questa mappa darà evidenze incoraggianti. Altrimenti, candidarsi per provarci, cozzando il muro dell’Inghilterra, della Russia, o dei vari cartelli multinazionali (quello scandinavo e quello balcanico), non avrebbe senso".
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