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Giacinto is here

di Mattia Zangari

Sono passati 12 anni dal 4 settembre 2006, ma Giacinto Facchetti è ancora qui con noi: con la sua etica, la sua correttezza, la sua umanità.
L'Inter ricorda la sua leggenda con uno stralcio tratto dal libro "Se no che gente saremmo" di Gianfelice Facchetti: "Così quella mattina, forse la più importante della mia vita, mi misi l'abito nuovo e presi il treno per Milano. Dovevo recarmi in via Larga, vicino al Teatro Lirico, per firmare il cartellino dell'Inter. Mi muovevo come un sonnambulo. I minuti, su quel treno, non passavano mai. I minuti di attesa in via Larga erano come secoli. Finalmente mi misero una penna in mano e un cartellino davanti agli occhi. Firmai: Giacinto Facchetti. Poi uscii di gran corsa, giù per le scale, con il cuore che mi batteva forte. Ero dell'Inter! Ero uno dell'Inter!".

Il Cipe - si legge nel ricordo di Inter.it - non ha mai smesso di essere uno dell'Inter, neppure oggi, che sono passati dodici anni da quel giorno infausto. A Firenze, qualche giorno dopo, Esteban Cambiasso incarnò idealmente ogni tifoso nerazzurro, nell'indicare il cielo dopo un gol segnato.

E idealmente ancora lì guardiamo tutti noi ogni giorno, col mento leggermente sollevato, a testa alta, ricordandoci di chi è stato Giacinto, in mezzo e sopra a tutti noi, etica, correttezza, umanità.

Giacinto è qui. Giacinto is here"

VIDEO - GIACINTO FACCHETTI, LA CARRIERA NERAZZURRA DI UNA LEGGENDA DEL CALCIO


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