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Gianfelice Facchetti a teatro con uno spettacolo su Arpad Weisz: "Teniamo allenata la memoria"

di FcInterNews Redazione

Si chiama "Arpad Weisz e il Littoriale", è la mostra istituita dal Teatro della Cooperativa, il Museo Ebraico di Bologna e la casa editrice Minerva, organizzata in occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio.

La mostra è dedicata, come ricorda Tuttosport, all'allenatore più giovane a laurearsi Campione d’Italia con l’Ambrosiana nella stagione 1929/30, deportato e poi ucciso ad Auschwitz insieme alla famiglia.

Sempre sul quotidiano si ricorda che da stasera fino a domenica 26 al Teatro della Cooperativa è in programma anche "Arpad Weisz - Se il razzismo entra in campo", spettacolo di e con Gianfelice Facchetti. "Credo, con molta semplicità, che spettacoli come questo servano a tenere la Memoria allenata. Per me raccontare storie come questa serve a non dimenticare, ma anche a capire come non scivolare in errori nei quali l’umanità è già scivolata e che a volte sono dietro l’angolo - dice Gianfelice - Il calcio è messo sotto i riflettori, ma la situazione non è né meglio né peggio rispetto al mondo fuori per quanto riguarda razzismo, antisemitismo e altri temi".

"Quando su impulso della società Inter, sei anni fa nacque l’embrione di questo progetto per essere rappresentato davanti ai ragazzi e sensibilizzarli sul tema delle discriminazioni, scegliemmo Arpad Weisz come punto di partenza per far conoscere la sua storia, ma anche quella di altre persone che sono state inghiottite dal buco nero della Shoah - dice ancora Facchetti -. In cent’anni di storia del pallone ci sono vicende che si ripetono con una ciclicità spiazzante. Penso al tema dello straniero, per esempio: il calcio italiano nasce con la Carta di Viareggio nel 1926, nella quale si istituisce il divieto di far giocare gli stranieri, diventato poi effettivo qualche anno più tardi. Ogni volta che non ci qualifichiamo per un Mondiale, se ci pensiamo, il discorso più gettonato nei bar è quello di limitare gli stranieri nel campionato italiano, dimenticandoci che i primi Mondiali l’Italia li ha vinti anche grazie agli oriundi. Ma negli stessi anni in cui si consumava la tragedia di Weisz penso anche a un’altra storia scivolata via, quella di Carlo Carcano. Uno degli allenatori più vincenti della storia, capace di conquistare 4 scudetti di fila con la Juventus e poi allontanato con accuse di omosessualità, finendo ai margini".


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