Gianfelice Facchetti: "Nuovo stadio scempio o futuro? Non è facile schierarsi, serve parlarne"
Il progetto del nuovo stadio a Milano è scempio o futuro? Gianfelice Facchetti, autore del libro 'C'era una volta a San Siro. Vita, calci e miracoli', risponde così in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Non è facile schierarsi, istintivamente dico che non si tocca se penso che papà ha cominciato lì perché chiamato da Meazza. Poi io cerco di dare voce a tutti nel libro, dalle le società che hanno esigenze chiare a chi abita nella zona San Siro che ha il diritto di sapere cosa verrà costruito attorno. Parlo anche delle perplessità di chi deve prendere le decisioni come il Comune; non è facile scegliere, credo che sia importante parlare. E' una cosa che finora non è ancora stata fatta, è giusto dare voce allo stadio".
Perché lo chiamiamo ancora San Siro, se è stato intitolato a Meazza nel 1980?
"Ci sono delle resistenze, soprattutto dei milanisti. L'ha voluto il presidente rossonero Pirelli, ma Meazza è stato un'icona dell'Inter e quindi c'è chi ha storto il naso".
Ci sono state tante evoluzioni architettoniche, quale è il tuo San Siro?
"Il mio stadio è quello a due anelli, e infatti lo abbiamo messo in copertina. Anche se ho bellissimi ricordi dell'inagurazione del Mondiale '90".
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