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Gianluca Rossi: "Sarebbe follia cambiare adesso"

di Redazione FcInterNews
Fonte: Gianluca Rossi per Gianlucarossi.it

L'assenza dell'Inter dal campionato ora è conclamata. A Roma con la Lazio è arrivata la quarta sconfitta e, com'era prevedibile, il distacco dalla vetta, ora in doppia cifra, non potrà che aumentare, visto che la sosta per l'Inter è già cominciata. D'altronde, con l'incombere del Mondiale per Club era evidente che le risorse psico-fisiche della squadra, già limitate dai troppi assenti e da presenti rassegnati, venissero quasi interamente dirottate sull'evento che, con formula di Coppa dell'Amicizia, fornirà comunque all'Inter l'occasione di fregiarsi del titolo di Campione del Mondo per Clubs 2010. I problemi del gruppo, dimezzato rispetto a sei mesi fa, esaminando solo gli scontri diretti sono gravi: tra Milan, Juventus, Roma e Lazio l'Inter ha raccolto la miseria di un punto, a San Siro con i bianconeri: troppo poco per pensare in grande in campionato. E' vero che la Roma un anno fa di questi tempi non pareva certo in grado di competere per lo scudetto come ha fatto fino alla fine, ma questo discorso non potrà essere affrontato prima di gennaio. Ora c'è il Mondiale per Club, diventato giocoforza l'appuntamento centrale della stagione. Che quest'anno ci sarebbero stati problemi maggiori degli anni scorsi era chiaro fin dall'estate, semplicemente perché non si può vincere all'infinito ma, conciati così, non c'è neppure la possibilità di provarci. La Lazio si conferma invece una concorrente credibile per lo scudetto, insieme ad altre, e lo ha dimostrato con una vittoria strameritata. Parlare di episodi sfortunati l'ho sempre trovato ridicolo, soprattutto davanti ad una striscia negativa come i risultati dell'Inter.
All'Olimpico, dove aveva già perso con la Roma, l'Inter è rimasta sottotono per gran parte del match, svegliandosi solo nel finale con una vana impennata d'orgoglio.
La Lazio ha avuto la prima palla gol dopo nemmeno venti minuti su un cross di Hernanes dalla sinistra, corretto di testa da Floccari sul secondo palo, con Castellazzi e Zanetti a chiudere a fatica su Mauri. Il vantaggio biancazzurro si è però concretizzato poco prima della mezz'ora su angolo di Zarate, dove è successo di tutto: girata di testa di Hernanes, correzione di Floccari che Castellazzi smorza sulla linea, ma il salvataggio in rovesciata di Cambiasso sbatte proprio sull'anca di Biava e poi in rete. Con Stankovic ancora ai box per il solito dolorino ai flessori, rilevato da Thiago Motta, nell'Inter brilla solo il giovane Natalino, lasciato però solo con Zarate a inizio ripresa dopo una palla persa a centrocampo da Muntari. E per Zarate il pallonetto del raddoppio su Castellazzi in uscita è stato un gioco da ragazzi. Dentro allora un altro giovane, Alibec, al posto di Muntari, che in panchina ha avuto pure da ridire.
Nel momento migliore della squadra di Reja con Castellazzi costretto al miracolo su Mauri, l'Inter, imbottita di seconde linee e primavera, ha comunque avuto una reazione d'orgoglio, accorciando le distanze poco prima della mezz'ora con Pandev. E dopo una traversa di Sneijder, Cordoba su una mischia da corner ha avuto pure la palla del pareggio, sparata addosso a Muslera. Ad un minuto dalla fine il terzo gol della Lazio ha chiuso il sipario: sulla punizione di Hernanes il ginocchio di Santon in barriera ha messo ancora fuori causa Castellazzi. Al fischio finale di Orsato, comprensibile trionfo laziale e tutti a casa.
Una partita alla volta aveva ordinato Benitez: questa è andata male ed è stato lui il primo a mettere già le mani avanti in vista di Brema dove martedì prossimo, alla vigilia della partenza per Abu Dhabi, pare difficile aspettarsi una squadra concentrata. Siamo a posto, verrebbe da dire, ma oggi è così. E sinceramente me lo aspettavo anch'io.
Chi mi segue da tempo sa che ho sempre detestato i cambi di allenatore in corsa, eppure stavolta la sensazione che Benitez non fosse l'uomo giusto per questo gruppo l'ho avuta forte e chiara tre settimane fa. Risultati alla mano, non ho cambiato idea. Però se cambiare allenatore allora poteva essere solo un rischio, oggi sarebbe una follia, perché non ci sono più neppure i tempi tecnici. Prima si porti a casa il Mondiale, poi si vedrà come agire, tenendo presente che se a giugno si è comunque deciso di puntare su Guardiola, non vedo alternative credibili per un interregno di cinque mesi. Ora l'obiettivo è uno solo: il Mondiale. Del resto speriamo di poterne riparlare a gennaio.


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