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Giorgetti: "Calcio italiano da riformare. Mutuerei le regole inglesi sulle proprietà dei club"

di Christian Liotta

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport Giancarlo Giorgetti, intervistato dal Corriere dello Sport, manda un avviso chiaro e forte al calcio italiano invitandolo a mettere sul tavolo al più presto un piano per le riforme: "ll Governo è attento e decisamente sensibile allo sport, garantisce l’autonomia alla Federcalcio, ma se il sistema non ce la fa da solo è pronto a intervenire. Gabriele Gravina è il candidato unico alla presidenza Figc, il calcio italiano non è in grado di offrire un’alternativa. L’ho incontrato, abbiamo parlato, mi ha spiegato che vuole cambiare, ha un programma ambizioso, ma per fare la metà delle cose che ha inserito nel testo occorrerebbero venticinque anni. La riforma della giustizia sportiva è uno dei punti chiave. E lo è anche quella della Lega Pro che così com’è concepita non ha ragione di esistere, non può funzionare, non è sostenibile. E non ne faccio solo una questione economica, ma etica, di moralità. Spero sia nelle condizioni per rifondare il calcio, Ha campo libero, mi auguro si renda conto che devono cambiare anche molte facce".

Tifoso del Southampton, Giorgetti dall’Inghilterra riprenderebbe le norme sul controllo dell’accesso alla proprietà di un club: "L’FA ha regole precise ed è inflessibile, pensi soltanto a come è stato trattato Cellino a Leeds. L’hanno sostanzialmente costretto a vendere. Ricordo ancora la manifestazione dei tifosi contro il proprietario italiano. Ecco, anche da noi la selezione alla porta d’ingresso dovrà essere severissima. Sia chiaro, molte altre cose dovranno cambiare". 

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