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Gravina: "Vivai, conti in regola e rapporti con la Lega: così metto in sicurezza il calcio italiano"

di Mattia Zangari
Fonte: gravina, figc,

"Questa voglia di cambiamento non è solo personale, ma una necessità impellente per rendere il Sistema calcio sostenibile, moderno, attrattivo, competitivo". Lo ha detto Gabriele Gravina, presidente della FIGC, nel suo lungo intervento in esclusiva ai microfoni della Gazzetta dello Sport. 
"Questo rappresenta purtroppo uno dei maggiori motivi di contrasto tra la Figc e quei presidenti di club che hanno una visione conservativa, perché temono di vedere ridotto il peso del proprio ruolo e i propri interessi economici - le sue parole -. Dobbiamo debellare questi dannosi micro centri di potere che bloccano il calcio italiano. Siamo impegnati in un’opera di evoluzione positiva del Sistema e non intendiamo fermarci davanti a niente e nessuno. Il punto di partenza è prendere coscienza del forte indebitamento e intervenire: non più in modo estemporaneo per risolvere singoli problemi, magari trovando le solite scorciatoie, ma in modo ampio, profondo, sistemico e strutturale. Quando piccole sfumature, come quelle sull’indice di liquidità, portano a così forti forme di contrasto, si capisce chiaramente che non c’è voglia di cambiare".

Ci dia la sua versione di cosa è successo.
"
È stato fatto un ricorso contro qualcosa che poi tutti hanno rispettato. Non aveva senso e avrebbe potuto generare un’azione distruttiva all’interno del sistema calcio. Perché semplicemente non ricapitalizzare e mettere sotto controllo i costi?".

Secondo il presidente di Lega Casini, sul principio tutti erano d’accordo, è stato sbagliato il metodo.
"Il metodo fa parte del principio. Servono indicatori per mettere sotto controllo i costi: bisogna avere una visione imprenditoriale".

Sembra uno scontro aperto con la Lega...
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Assolutamente no, mi creda. Sarebbe controproducente. Per la Federazione il supporto della Lega di A è indispensabile: da lì arrivano i maggiori introiti. Ma auspico che sia più proiettata verso il futuro, non immobile, antica, perché altrimenti diventerebbe una zavorra per tutto il sistema. La Figc è a disposizione per svolgere il suo ruolo di servizio e trovare la corretta sintesi, ma pretende rispetto. Ci stanno a cuore i problemi dei club e cerchiamo di andare loro incontro, ma basta con i ragionamenti di principio o le sfumature di metodo usati solo per mantenere lo status quo: il malato è grave e non si cura con l’aspirina. Ragioniamo in una logica di vero cambiamento, in cui siano mantenute l’autonomia della Lega, che è legittima, ma anche il dovere della Figc di far rispettare le regole, le norme, i ruoli". 

Forse c’è chi teme che la Figc e il suo presidente vogliano una centralità assoluta.
"Timore che non esiste. Il nostro è un ruolo di servizio. Ma ora c’è bisogno di accelerare. E sul tavolo abbiamo proposte e progetti importanti che hanno richiesto lavoro, tempo ed energie".

Quali?
"1) La riorganizzazione del settore giovanile a livello nazionale con un organismo tecnico che abbia al proprio interno come consulenti anche 4-5 direttori sportivi legati alle società di A per avere un confronto continuo con chi è in prima linea. 2) Un coordinamento nazionale per potenziare le accademie indotte. Rafforzeremo Coverciano, punteremo sulla gestione di altri Centri esistenti e investiremo ancora di più nello scouting per arrivare a una attività di rating dei settori giovanili legata alla formazione e alle infrastrutture. 3) Entro luglio presenteremo il progetto sulle scuole con il MIUR. 4) Sempre entro luglio chiariremo gli indici di controllo per i prossimi 3-5 anni per migliorare l’organizzazione delle società e mettere sotto controllo i costi. 5) Siamo pronti a raccogliere qualsiasi proposta e a dare il nostro contributo per migliorare i ricavi, fermo restando che è di competenza e capacità delle singole componenti. 6) Stiamo lavorando con il governo alla candidatura dell’Italia per l’Europeo 2032 che avvierebbe il processo sulla ristrutturazione degli impianti o realizzazione di nuovi. Se dovessimo riuscirci chi ne trarrebbe beneficio, Gravina o il calcio italiano?". 


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