Guercio: "Legato all'Inter sin da piccolo, la Polonia scelta affettiva. Dimarco top player"
Protagonista di una buona stagione con la maglia dello Slask Wroclaw, Tommaso Guercio, prodotto del vivaio dell'Inter, ha rilasciato un'intervista a Sportitalia.it dove ha spiegato i motivi che lo hanno portato a scegliere il Paese di origine della madre: "A convincermi non è stato solo il fattore calcistico, ma anche quello affettivo. Fin da piccolo i miei genitori mi hanno sempre portato qui a passare le vacanze estive dai nonni, dato che mia madre è nata qui ed è qui che si sono conosciuti lei e mio papà, prima di trasferirsi in Italia. Ho solo bei ricordi dei momenti passati in Polonia, non mi è mai mancato nulla, ho vissuto momenti belli, senza pensieri, nei quali passavo il tempo con famiglia ed amici, sentendomi come a casa. Ho considerato la chiamata dello Slask Wroclaw come quella giusta per la mia crescita, anche dal punto di vista calcistico. Per il progetto che c’è qui, mi è sembrato il posto perfetto dove migliorarmi, il club che poteva fare al caso mio per abituarmi al calcio dei grandi”.
Guercio parla poi del legame con l'Inter: "È nato all’incirca dieci anni fa, per esserci rimasto nove anni significa che il rapporto era davvero bellissimo. Ho girato il mondo, mi sono sempre trovato bene con i compagni e lo staff, ho imparato molto. È stato uno step molto importante per la mia crescita, sia per la persona che per il calciatore”.
Quando hai saputo che Inzaghi ti voleva con sé per allenarti con loro cos’hai provato?
“L’ho trovata come una grande opportunità. Difficile, emozionante, ma al contempo ero consapevole che dovevo e potevo mostrare le mie qualità”.
Quale giocatore in prima squadra all’Inter ti ha colpito di più?
“Dimarco mi piace da morire, ha una tecnica impressionante. È un top player senza dubbio. Ma tutti i giocatori all’Inter mi davano una grande impressione e allenarmi con loro è stato un privilegio che mi ha fatto crescere”.
Sei rimasto legato ai colori dell’Inter?
“Sì, ma lo sono stato fin da piccolo. Collegavo il fatto di avere gli occhi azzurri e neri come i colori dell’Inter e da lì è nato tutto. Giocavo per terra sotto il tavolo in cucina mentre guardavamo le partite dell’Inter e pensavo a questa cosa”.
Tra i tuoi obiettivi e sogni per il futuro c’è spazio ad un ritorno in Italia o anche all’Inter?
“Al momento non so rispondere, perché qui sono felice e non ci sono situazioni ben definite. Ma è chiaro che l’Italia è il posto in cui sono cresciuto e dunque un giorno chi lo sa?”.