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I black out sono nel DNA dei nerazzurri

di Alberto Casavecchia
Fonte: Gazzetta dello Sport

Quello di mercoledì non è un caso isolato. I black out dell’Inter, in certe gare che sembrano saldamente al comando, ogni tanto capitano, almeno una/due volte alla stagione. Uno dei casi più famosi è quello accaduto nel gennaio 2005, in occasione di Inter-Sampdoria: vicina allo scadere l’Inter è sotto di due gol, segnati da Tonetto e Kutuzov, ma Martins, Vieri e Recoba rivoltano la partita come un calzino. Ciò accade anche nell’era di Mourinho: a Reggio Calabria, l’Inter è avanti per 2-0 sulla Reggina (Maicon e Vieira), ma Cozza e Brienza pareggiano, prima che Cordoba risolva allo scadere. Nel dicembre 2008, il Chievo, sotto di due gol, riesce ad acciuffare la gara e portandosi sul 2-2, prima che Ibrahimovic ne faccia due e chiuda il conto.

Lo scorso anno capitò per due volte: incredibile quella col Palermo da 4-0 a 4-3, prima che Milito chiuda sul 5-3 e poi di nuovo col Chievo da 4-1 a 4-3, con i nerazzurri concertati più su Roma-Cagliari (una non vittoria giallorossa avrebbe dato lo scuidetto anticipato), che sui clivensi. Poi la gara di mercoledì, sintomo che, nonostante i tecnici e la forza dei collettivi, questo limite è insito nel DNA Inter.


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