I numeri non mentono: l'Inter non si arrende mai. Tra Serie A e UCL, 13 punti negli ultimi 15'
Dopo 6 anni di attesa il ritorno in Champions League dell'Inter non poteva essere banale. Partendo dalla quarta fascia (che, come dice Luciano Spalletti, è stata pagata tutta) la squadra nerazzurra si è regalata un girone di ritorno del Gruppo B con tre potenziali match point, di cui 2 tra le mura amiche del Meazza, l'alimentatore delle speranze di qualificazione agli ottavi di finale. Ieri sera contro l'avversario che oggi gioca il miglior calcio d'Europa è arrivato un sofferto ma prezioso pareggio. Non lo 0-0 su cui stava scivolando stancamente la gara, bastonato dal blitz di Malcom, ma un 1-1 fissato dal gol al minuto 87 di Mauro Icardi, arrivato quasi dal nulla dopo una partita offensivamente complicata che aveva lasciato inoperoso Marc-André Ter Stegen. Un punto che può fare tutta la differenza di questo mondo, perché in caso di pari a Londra il 28 novembre l'Inter sarebbe automaticamente qualificata agli ottavi di finale, relegando a passerella l'ultima partita del girone contro il Psv Eindhoven a Milano.
NUMERI ELOQUENTI - Intanto, il dato che emerge maggiormente è la conferma della capacità nerazzurra di non dare mai nulla per scontato fino all'ultimo secondo di partita. Prendendo in considerazione sia il campionato sia la Champions League, sono ben 12 le reti messe a referto dai nerazzurri nell'ultimo quarto d'ora di gioco, 10 addirittura negli ultimi 10 minuti, 7 decisivi per portare a casa 13 punti totali. Un segno chiaro della lucidità, a volte nervosa, con cui l'Inter affronta i finali di gara soprattutto partendo da una situazione da correggere o migliorare.
NEVER GIVE UP - Tornando all'Europa, la squadra di Spalletti dopo 4 giornate ha collezionato 7 punti. E il dato eclatante è che ognuno di questi è arrivato rimontando una situazione di svantaggio. E' accaduto all'esordio contro il Tottenham, quando Icardi e Matias Vecino hanno ribaltato la rete di Christian Eriksen negli ultimi, folli minuti di gioco. Si è ripetuto a Eindhoven, dove dopo la rete del Psv a firma Pablo Rosario sono arrivate quelle di Radja Nainggolan e Icardi. Ma se due indizi non fanno una prova, ecco quella contro il Barcellona davanti ai 74 mila spettatori del Meazza. La capacità di restare in partita e cambiare la propria sorte fino all'ultimo ("Nel loro Dna c'è scritto che non si arrendono mai", ha riconosciuto onestamente il tecnico del Barça Ernesto Valverde nel post-partita), nonché quella di saper ribaltare una situazione di svantaggio in una competizione 'nuova' come la Champions League certificano la crescita dal punto di vista mentale di questa squadra, che è passata dal pareggiare in casa contro il Crotone fino a perdere contro il Sassuolo a infrangere i sogni di gloria di Tottenham, Psv e Barcellona. Una maturità di cui è Spalletti il principale artefice, visto che come lui stesso ripete spesso ciò che riguarda l'Inter "è sempre una questione di testa".
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