I ricordi shock di Bengtsson: "Quando ero all'Inter tentai il suicidio. Capii che quella vita non faceva per me"
Fonte: Corriere dello Sport
Arrivò nelle giovanili dell'Inter all'età di 17 anni, con tutte le ambizioni e tutta la voglia di diventare un calciatore professionista. Ma alla fine Martin Bengtsson, giovane giocatore svedese arrivato nel 2004 in Italia ("Volevo andare al Milan, ma poi firmai per l'Inter"), finì travolto dalla depressione al punto da tentare addirittura il suicidio. E' quanto rivela lo stesso Bengtsson nel corso di un'intervista rilasciata al tabloid The Sun: "Cominciò tutto con un infortunio al ginocchio, alla fine della prima stagione all'Inter. Durante questo periodo, non potendo giocare a calcio, ero solo sul divano. Senza il calcio non sapevo cosa fare, perchè quando si gioca a calcio a questi livelli, l'unica cosa a cui si pensa è al pallone e a come migliorasi come calciatore. Io, invece, avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, di uscire; mi capitava di chiedere se potevo andare in città per comprare una chitarra, per avere qualcosa da fare, mentre non giocavo a calcio. Ogni volta continuavano a ripetermi 'domani', 'domani'. Io avevo capito che quella vita non faceva per me, ma mi vergognavo troppo nell'ammetterlo e questa vergogna mi ha condotto a pensare che la soluzione fosse togliermi la vita".
Bengtsson tenterà il gesto estremo nel settembre di quell'anno, nel centro sportivo delle giovanili dell'Inter: "Ho preparato i rasoi in bagno la sera prima, penso fosse il 21 settembre, l'indomani mattina mi sono tagliato i polsi". Fu trovato dalla donna delle pulizie e salvato dai medici del Niguarda, ma Bengtsson ricorda con amarezza il modo in cui fu trattato: "Hanno mandato un terapeuta nella mia stanza che disse: 'E' così strano; hai tutto ciò che si può desiderare nella vita, tutto. Sei un calciatore in uno dei più grandi club del mondo, guadagnerai un sacco di soldi, avrai una bella macchina', avrai tutte le donne che desidererai'. In quel momento ho capito come la gente guarda i giocatori di calcio. Questa è la loro idea, quella di una vita perfetta. Perfetta o meno non faceva per me".